Mondiali, le giurie diventano un caso. La FPI sta per lasciare l’IBA?

Il sistema di valutazione è notevolmente migliorato con il processo di controllo ufficiale e il nuovissimo sistema di revisione degli incontri (Umar Kremlev, presidente IBA, dichiarazione di ieri 14 maggio 2023).

Mondiali di Tashkent. Una lunga serie di verdetti con quattro punti di scarto tra due giudici, alcuni con cinque. Ma quando si arriva a sei punti di differenza (30-27 contro 27-30) in tre riprese, si capisce che qualcosa non va come dovrebbe.
Da sette anni sono stati bloccati una cinquantina tra i migliori arbitri internazionali (i 36 di Rio 2016, più altri 14). Non con un provvedimento ufficiale, ma semplicemente non inserendoli più nei grandi tornei. Nessuno di loro ha mai ricevuto alcuna comunicazione.
Come ha ovviato al problema l’International Boxing Association?
Ha adottato la Revisione del match. In pratica ha inserito osservatori e supervisori con pieni poteri. Anche quello di smentire quanto stabilito dai cinque giudici a bordo ring.
Per spiegare il metodo, uso un esempio.
Tizio affronta Caio. 
La giuria esprime un verdetto di 3-2 per Tizio.
Vicino al ring ci sono un osservatore e un supervisore. Davanti a un verdetto di misura, rendono pubblici i loro cartellini. Se entrambi sono per Caio, sarà lui a essere dichiarato vincitore del match per 4-3 (al 2-3 iniziale, si sommano i verdetti di osservatore e supervisore).  
Due giudici giudicano altri giudici. E allora,perché non inserire altri giudici che in caso di 4-3 (scarto minimo) giudichino i giudici che hanno giudicato i cinque giudici della giuria iniziale?

Un approccio più comprensibile suggerirebbe un’altra strada. Per limitare al minimo gli errori basterebbe accertarsi delle capacità dei giudici, sceglierli senza condizionamenti geo-politici, affidarli a dei referenti di riconosciuta onestà e andare avanti. 
L’ho appena scritto e so già di avere messo in piedi un’utopia, quindi la smetto qui.
Irma Testa ha esordito agli Europei dello scorso anno in Montenegro battendo per split decision (3-2) Glynn Elise Jacqu. Nelle pieghe del risultato, a mio avviso corretto (l’azzurra aveva vinto il match), si nascondeva qualcosa di assurdo. Il giudice Rytis Vasliuskas (Lituania) aveva visto vincere l’inglese (30-27).Il giudice Sergei Nelepenco (Moldova) aveva visto la campana per 30-25. Otto punti di differenza in tre round sono inquietanti.
Vengono designati giudici e arbitri con poca esperienza ad alti livelli. Non hanno il colpo d’occhio, soffrono della tensione che nasce dall’evento, sono frastornati dai continui cambi di direttive. E sentono il peso delle responsabilità
A farne le spese sono atleti ed atlete che sul ring non inseguono solo un sogno, ma rischiano fisicamente e prima di salire quei gradini hanno sudato, sofferto, faticato e impegnato la totalità del loro tempo.
A forza di allontanare ufficiali di gara, si è finito con l’utilizzare giudici sempre meno all’altezza del compito assegnatogli. Prima i sospesi, poi gli amici dei sospesi, poi quelli segnalati da McLaren, poi quelli che prendono il caffè amaro, poi quelli che mangiano insipido…
Si finirà per fare giudicare i match di pugilato a chi di boxe ne ha vista davvero poca. 
Ops, è già accaduto e non me ne sono accorto.
Venerdì 27 maggio, c’è il Consiglio Federale a viale Tiziano. Potrebbe concludersi con una clamorosa decisione…

Forse è giunto il momento che questa Federazione ed il movimento pugilistico italiano traggano le giuste conclusioni su questo operato. Siamo stanchi di continui ribaltamenti di verdetti e siamo stanchi del mancato rispetto delle fatiche dei nostri atleti (Flavio D’Ambrosi, presidente della FPI, ieri 14 maggio 2023 sul sito federale)

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