
L’arbitro Kent Hansen (foto) è stato espulso dall’International Boxing Federation dopo il suo comportamento nei quarti di finale dei 63 kg. Lo riferisce il quotidiano indiano Hindustan Times.

Il danese ha decretato il kot (rsc, referee stops contest, nella terminologia del dilettantismo) per Assunta Canfora nel match contro la colombiana Camilo Bravo. Un decisione ingiusta, prematura, imbarazzante nel corso di una ripresa che l’azzurra stava vincendo. Un gancio destro privo di reale consistenza ha fatto pensare al signor Hansen che fosse giusto finirla lì.
Corretta la sua sospensione, ma ora sorge un altro problema. La politica scelta dall’IBA per tenere stretti pugili e giudici di gara, è quella di elargire grossi premi.
In questa edizione dei Mondiali femminili, che si chiuderanno domani a New Delhi in India, le vincitrici riceveranno 100.000 dollari, l’argento ne pagherà 50.000 e le due medaglie di bronzo avranno 25.000 dollari ciascuna. Per la prossima edizione, quella del 2024, l’IBA ha già annunciato che raddoppierà i premi: 200.000, 100.000 e 50.000.
E allora io mi chiedo, per un errore così grave, palese, assurdo, Assunta Canfora è stata privata di una medaglia e del relativo compenso. Danno sportivo e danno economico. Chi la risarcirà?
Dieci giorni fa il CIO ha spedito una lettera ad arbitri e giudici chiedendo la loro eventuale disponibilità in caso di convocazione per l’Olimpiade di Parigi 2024. L’IBA ha risposto con una lettera di minacce, avvertendo che chiunque avesse aderito avrebbe potuto non essere convocato per i prossimi tornei dell’Associazione.
Gli ufficiali di gara si sono schierati a fianco del CIO, che ha ricevuto un gran numero di adesioni (tra 80 e 90). A questo punto sembra che l’IBA stia cercando di ammorbidire la sua linea.
Il caos continua, a pagare sono quasi sempre i pugili.