
Due ganci sinistri hanno rischiato di distruggere la sua carriera.
Il primo lo ha scosso, gli ha tolto resistenza e lucidità.
Il secondo lo ha travolto, messo al tappeto privato di qualsiasi energia. E quando ha cercato di tirarsi su, di rimettersi in piedi per continuare a combattere, le gambe non hanno ubbidito ai comandi. L’arbitro ha fermato il match.
Era il 4 marzo del 2021, si combatteva a Guaynabo (Portorico), un luogo a ci riporta a brutte memorie. Lì Loris Stecca è stato messo ko da Luvi Callejas a cui ha lasciato il mondiale dei supergallo. In quella stessa cittadina a pochi chilometri da San Juan, Brandon Adams ha messo kot Serhii Bohachuk dopo 2:47 dell’ottavo round. Fino a quel momento l’ucraino aveva dominato il match, i cartellini erano tutti in suo favore: 68-64, 69-63, 68-64.
È stata l’unica sconfitta in ventidue match. Gli altri ventuno li ha vinti tutti prima del limite.
“L’importante non è come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e una volta che finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Così sei un vincente!” (Rocky Balboa)
Bohachuk ha saputo rialzarsi e riprendere il cammino.
Stanotte combatte al Quiet Cannon del Country Club di Montebello, Los Angeles, contro Nathaniel Gallimore (in Italia sarà il mattino di domani, sabato 28 gennaio). Alla vigilia della sfida, ha voluto ricordare proprio quell’unico grande errore.
“Ho accettato di confrontarmi sul suo terreno, di affrontarlo facendo la sua stessa boxe. Ho attaccato con troppa sicurezza e ho pagato. Ho giurato a me stesso che non avrei mai più commesso lo stesso peccato”.
Stanotte la trappola si ripete, vedremo se Bohachuk avrà davvero imparato la lezione. Gallimore (22-6-1, 17 ko) è un attaccante, ha il pugno pesante. Affrontarlo andando continuamente avanti, pressandolo, cercando di metterlo prima possibile ko non sarebbe una bella idea.
Serhii Bohachuk è tornato negli States il 16 di questo mese. Ha avuto qualche problema nel rinnovare il visto di ingresso negli Stati Uniti, dove vive dal 2017 con base a Los Angeles. Lui è nato 27 anni fa a Vinnytsia, a 260 km da Kiev. Una città attaccata e bombardata dai russi.
“Quando è scoppiata la guerra ho pensato di arruolarmi. Non potevo continuare a boxare, volevo servire il mio Paese. L’Ucraina era ed è in una situazione molto brutta. Molto, molto, molto brutta. Ma i miei amici e la mia famiglia mi hanno detto: “Non sei un soldato, sei un pugile. Devi salire sul ring, non devi andare in guerra. Puoi aiutare il tuo Paese vincendo i combattimenti, mostrando la bandiera ucraina in giro per il mondo. La tua guerra è sul ring”. Avevo due scelte e non sapevo cosa fare: andare in guerra o continuare con la boxe. È stato mio fratello a convincermi, mi ha detto di continuare a fare il mio lavoro: “Non sei un soldato, sei un pugile”. Gli ho dato retta, ma il mio cuore è sempre lì”.
Dopo la sconfitta, è tornato a battersi tre volte. Ha superato Brandon Baue (ko 1), Raphael Ibbokwe (ko 6), Aaron Coley (ko 2, sotto gli highlights del match). A due mesi da quell’ultimo match, eccolo ancora pronto a difendere il titolo Continental Wbc dei superwelter.
I bookmaker lo danno netto favorito (1.12/1 contro 5.50/1), basterà non inciampare nella voglia di chiudere veloce. La fretta è cattiva consigliera.
Gli allibratori raramente sbagliano, Gillmore negli ultimi sette match ha un record di 2-5-0, ha 34 anni (è professionista da 8). L’ucraino cerca un’altra vittoria per continuare a inseguire la grande occasione. Ma il ricordo di Brandon Adams arriva puntuale in ogni vigilia di Serhii Bohachuk, anche se il tormento più grande resta (ovviamente) quello per il suo Paese.