
Un lettore, Roberto Del Fiore, estrapola una frase da un commento a un mio articolo su Anthony Joshua e mi fa una domanda. Ho scritto: “Ma voi, Tyson Fury escluso, vedete in giro qualcuno che oggi possa essere sui livelli di Foreman, Ali, Frazier, Louis, Lewis, Holmes?”. Lui si chiede se io davvero pensi che Fury sia al livello di questi fuoriclasse. Giusto il dubbio, doverosa la risposta. Per spiegare meglio il concetto, riporto parte di quanto scritto poco tempo fa sui pesi massimi. Di ieri e di oggi.

Tyson Fury ha battuto Wladimir Klitschko, due volte Deontay Wilder. E poi Whyte e Chisora. Paga pegno a un fisico non certo statuario. Il grasso che appesantisce i suoi fianchi straccia l’immagine del peso massimo alla Muhammad Ali. È un gigante di 2.06 per 120 chili che si muove con agilità, a tratti addirittura danza sul ring. Il suo jab è uno spettacolo. La resistenza ai colpi è incontestabile. Il knock down subito per colpa del destro di Deontay Wilder è stato devastante. Pochi, pochissimi sarebbero stati in grado di rialzarsi e combattere. Perché Wilder non avrà tecnica, ma il suo destro è un’arma che quando arriva provoca disastri.
Fury è intelligente, sul ring sa cambiare tattica a seconda dell’avversario e del momento. Ha pesantezza nei colpi.
È un campione.
La mania delle classifiche all time, un gioco e niente più, sminuisce a mio avviso la bellezza della boxe. Diverso il contesto storico, gli avversari, la preparazione, l’alimentazione, gli aiuti della scienza, gli studi tecnici.
E poi, la memoria inganna. Ci portiamo dietro i ricordi belli, cancelliamo quelli scomodi. Ali, Frazier, Foreman sono stati dei grandissimi. Joe Louis lo è stato di più. Per modernità, tecnica, potenza, longevità. Ma lo sento citare meno volte rispetto al trio delle meraviglie.
Il presente non può competere su questo piano, manca della drammaticità del pionierismo, della risonanza universale degli anni Settanta, della popolarità mostruosa di più campioni nello stesso periodo storico, di una diffusione planetaria degli eventi attraverso il mezzo televisivo che ora opera seguendo dinamiche diverse.
Tyson Fury non è Ali, né tantomeno Joe Louis. Ma è un grande peso massimo, degno campione del mondo e re indiscusso del momento in cui esercita il suo mestiere. Credo meriti rispetto. Anzi, ammirazione.