
L’8 giugno del 2002 a Memphis, vent’anni fa, Lennox Lewis
metteva brutalmente ko dopo otto riprese Mike Tyson.
La prima volta che si incontrano è nel 1984.
Lewis è ospite di Cus D’Amato a Catskill. Ha 18 anni. Con Tyson ha un ottimo rapporto. Fanno ginnastica assieme, sono compagni nel footing del mattino. Mike e Lennox diventano grandi amici. Fino a quando non salgono sul ring per una seduta di sparring. Tyson sul ring si avventa contro chiunque, negli occhi ha la rabbia del killer a caccia della preda. Per due round rischia di ucciderlo, poi Lewis comincia a boxare alla maniera di Ali. Va via di gambe e il suo jab sinistro tiene lontano la belva.
“Vieni qui vigliacco, questa è boxe non un balletto”.
Qualche anno dopo, Iron Mike capirà che il suo vecchio amico conosce assai bene il mestiere del pugile.

Tyson e Lewis arrivano alla sfida, ma secondo The Ring hanno già messo in scena “L’evento dell’anno” ancora prima di salire sul ring. Alla conferenza stampa che si tiene in un teatro di New York, Iron Mike si lancia subito contro il campione che ha appena fatto il suo ingresso sul palcoscenico. Uno degli agenti, che lavarono per la sicurezza del britannico, si mette in mezzo e Tyson cerca di stenderlo con un gancio sinistro. Va a vuoto. Lewis si mette in posizione di guardia. Si scatena l’inferno, una rissa gigantesca.Mentre sono a terra, Iron Mike morde alla gamba il suo rivale. Ma anche lui ne esce con un taglio sulla fronte.
Josè Sulaiman, presidente del World Boxing Council, cade, sbatte la testa sul tavolo e perde conoscenza. È ko. Gran parte degli Stati Uniti si rifiuta di ospitare il match, Memphis accetta dietro la promessa di un contributo pari a 12,5 milioni di dollari.

8 giugno 2002, The Pyramid Arena, Memphis.
Arriva il match tanto atteso, ma non c’è incertezza sul risultato. Lennox Lewis è ancora un pugile, il campione dei pesi massimi. Sul ring c’è solo il ricordo di quello che è stato “Iron” Mike Tyson. Pochi giorni ancora e compirà 36 anni, il campione è più anziano di nove mesi.
È triste, per la prima volta nella sua vita il ragazzo selvaggio di Brownsville fa pena a chiunque abbia a cuore il suo ricordo. È incapace di mettere in piedi una minima reazione. Continua a combattere solo perché non conosce altro modo di esprimersi.

È nel match solo per una ripresa, poi l’incontro diventa un monologo di Lewis. Tyson prende una severa lezione e finisce knock out a 2:25 dell’ottavo round. È ferito a entrambe le palpebre, ha il volto gonfio e una tristezza infinita nel cuore. Subisce una vera lezione. Ma tutto questo non lo porta a quella che sarebbe stata la più logica decisione, chiuderla qui. Non lascia il pugilato perché è l’unico mondo in cui pensa di poter vivere. E poi, diciamola tutta, è anche il mezzo più veloce per guadagnare quei soldi che gli serviranno per pagare vecchi debiti e a mantenere alto il tenore di vita. Per questa sfida ha intascato 17,5 milioni di dollari, come il suo avversario.

A Memphis è stato tirato via l’ultimo velo sul pugile Mike Tyson.
Ogni dubbio è stato cancellato. Ormai è un ex che sale sul ring solo per vendere il ricordo del campione che era.