Per Saunders fratture multiple alla cavità orbitale. E qualcuno gli ha dato del vigliacco…

Non credo che il pugilato abbia bisogno di eroi, né tantomeno di martiri.
Le critiche che hanno coinvolto Billy Joe Saunders dopo il ritiro nel mondiale contro Saul Canelo Alvarez sono fuori luogo, inappropriate, ingenerose, crudeli e (consentitemi) anche poco intelligenti oltre che lontane dalla realtà di questo sport. Ne offrono una rappresentazione pari a uno scontro tra uomini primitivi armati di clava, ovviamente senza arbitro, nè persone all’angolo.
Se così fosse, andrebbe abolita.
Saunders ha riportato fratture multiple alla cavità orbitale, non vedeva dall’occhio destro, è stato portato in ospedale per un’operazione che dovrebbe ridurre le fratture e consentirgli un recupero totale dell’occhio.


I medici dell’Ospedale John Peter Smith di Dallas, dove è stato ricoverato, hanno diagnosticato una frattura multipla: quattro punti di rottura nell’area attorno alla guancia superiore e all’orbita dell’occhio. Sarà sottoposto a un intervento.
Non importa cosa lo stesso pugile abbia dichiarato in passato sul ritiro di un collega, Dubois, che ha abbandonato lo scorso novembre nel match contro Joe Joyce: “Anche se avessi avuto i due zigomi fratturati, la mandibola rotta, i denti spezzati, il naso schiacciato, non mi sarei mai fermato fino a quando non fossi finito knock out o peggio”. 
Questa frase non depone in favore di Saunders, ne fa un bullo, un’esemplare esaltazione del machismo, un provocatore, ma non compromette il giudizio sul suo match di sabato scorso, né la decisione presa dagli uomini dell’angolo alla fine dell’ottavo round.


Usando il logo di The Ring, un personaggio che collabora con i social della famosa rivista, ha scritto un post su Twitter: “Billy “senzacuore” Saunders”. La direzione di The Ring si è scusata. Sullo stesso tono si sono accodati Edgar Berlanga e Fernando Vargas.
Qualcuno in Italia ha avuto la stessa brillante idea di dare del vigliacco al pugile (è quello che hanno fatto alcuni, anche se ci hanno girato attorno) su Facebook. 
Combattere con fratture multiple alla cavità orbitale, senza vedere da un occhio, rischiando vista e incolumità non è da pugile coraggioso. Ma da incosciente. E anche da persona poco intelligente. Se è questo che chiedete alla boxe, allora levate i guantoni ai pugili, dichiarate vincitore solo chi rimane in piedi, chi sopravvive. Lo facevano agli inizi, si può riproporre…
Se è questo che il mondo della boxe vuole, sono pronto a schierarmi a fianco di chi lotta per l’abolizione dello sport che mi appassiona.
Nel pugilato ci sono fratture, ferite, sangue. Rientra nei pericoli dell’attività. Ma c’è un limite che non va mai superato, la tutela dell’incolumità di chi lo pratica. La boxe non è un’attività in cui vince solo chi sopravvive. E non è neppure una rissa da strada, senza regole, nè limiti.
È una disciplina per pochi. Difficile,ma sotto controllo, fatta al meglio delle proprie possibilità, fisiche e psicologiche e con il coefficiente di rischio ridotto al minimo possibile. Non c’è alcuna necessità di esasperarne la pericolosità.

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