Il caso Crawford. È un campione, ma i tifosi non vogliono pagare per vederlo…

Terence Crawford è un re senza sudditi.
Eppure ha risultati e talento dalla sua parte.
Trentasette match, 37 vittorie, 28 per ko.
Campione del mondo in tre diverse categorie.
Sul podio dei migliori pugili pound for pound 2020.
Quattordici mondiali, 14 vittorie, 11 per ko.
Ma il suo nome non riesce a uscire dalla nicchia degli amanti del pugilato e anche lì fatica a catturare consensi.
Viene dal Nebraska, lo Stato più conservatore per quel che riguarda lo sport. L’Università gioca nella Big Ten, l’unica Lega che pratichi ancora un Football all’antica: tosto e poco generoso verso lo spettatore che ama l’eleganza del gesto. In fondo gli americani non si sono mai staccati del tutto dal Far West. Amano lo scontro violento, piuttosto che la classe cristallina. Sono il Paese dei combattimenti nelle gabbie con calci, gomitate e pugni. La trilogia pugilistica che ancora portano nel cuore è quella che ha messo a confronto Micky Ward e Arturo Gatti. Scambi feroci, lotta selvaggia come se non ci fosse un domani.

Non c’è spazio per uno che ha rapidità di esecuzione, fluidità del gesto tecnico, intelligenza tattica, potenza e una buona difesa. Ma soprattutto nessun amore per un campione che non si concede, non apre spiragli sul privato, giura che la personalità si esprime sul ring non davanti a un microfono.
Un disastro le due uniche esperienze in pay per view, contro Postol e Khan. In totale 180.000 case collegate, quando in due combattimenti Floyd Mayweather ne ha messe assieme sette milioni.
È un campione e pretende il giusto compenso. Ma i conti non tornano, soprattutto in periodo di pandemia con riunioni a porte chiuse.
Un affare a perdere, così lo ha definito Bob Arum che è il suo promoter da nove anni.
Deve imparare a promuovere i suoi match come fanno Teofimo Lopez, Shakur Stevenson. Come faceva Mayweather. Se non lo fa, cosa diavole pretende? Può essere il più grande pugile del mondo, ma non posso andare in bancarotta per organizzare i suoi incontri. Mi sarei potuto costruire una villa a Beverly Hills con i soldi che ho perso negli ultimi tre eventi. Nessuno gli contesta il fatto che sia dotato di una classe naturale, di un’abilità unica. Puoi anche essere la più grande grande cantante lirica del mondo, ma se il pubblico non ti segue, sei fuori dall’affare. Lui è un fuoriclasse, ma non ha presa sui tifosi”.

Terence Crawford e Bob Arum hanno un contratto che scade a ottobre 2021, dietro l’angolo c’è Al Haymon. Fino a poche settimane fa sembrava potesse esserci anche la possibilità di un match contro Errol Spence jr. Una sfida che avrebbe regalato maggiore popolarità al 33enne del Nebraska. Ma lui ha alzato le spalle e ha detto di non avere bisogno di Spence per aumentare la sua credibilità. Proprio non ce la fa a creare empatia con chi dovrebbe supportarne la carriera. Ma Bob Arum insiste, a quasi novant’anni ancora si batte con la grinta di un bambino. Archiviato Spence, ha tirato fuori dal cilindro Manny Pacquiao, il filippino però ha sparato una richiesta da 40 milioni di dollari e l’affare sembra essersi immediatamente raffreddato. È in piedi, al momento, l’ipotesi Swan Porter, che ha riso davanti ai due milioni di borsa che gli sono stati offerti. Ne vuole il doppio. Il punto è sempre lo stesso. Segui i soldi. Il fatto è che con Terence Crawford ne arrivano sempre troppo pochi.

Oggi la boxe è soprattutto televisiva. Sopravvivi se hai i numeri giusti. E non sono solo quelli delle vittorie e dei titoli. Se vuoi guadagnare borse milionarie, devi saper vendere il tuo talento, il fiume di dollari arrivata direttamente da chi compra l’evento in pay per view.
In tanti odiavano Floyd Mayweather jr ma pagavano per vederlo, molti lo facevano nella speranza di essere testimoni di una sua sconfitta.
Terence Crawford è un fenomeno che ha cittadinanza solo nella ristretta nicchia degli appassionati. È la legge di uno sport diventato spettacolo offerto a pagamento sul piccolo schermo. Classe, talento e risultati possono darti un posto nella storia del pugilato. Ma se vuoi conquistare popolarità universale, e non sei un fighter che rischia ogni secondo del match, il cuore dei tifosi puoi averlo solo se sai metterti a nudo, se hai una storia forte da offrire al mondo. E devi anche saperla raccontare. Lui, per ora, non riesce proprio a farlo.

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