Scardina soffre più del dovuto, ma batte Nunez ed è campione UE supermedi

Alla fine ha vinto Daniele Scardina, ha messo kot Nunez con una lunga serie: un montante e undici colpi a segno, ma soprattutto con un’ottava ripresa finalmente da applausi. Dico finalmente perché per lunghi tratti dell’incontro ha subito e sofferto la boxe di Cesar da Pamplona. Lo spagnolo ha un pugilato povero, fondato soprattutto su dei ganci che partono da lontano, da molto lontano. E non devono avere grande potenza per la mancata spinta di gamba e spalla. A conferma di questa teoria ci sono i risultati: solo il 45% dei successi è arrivato prima del limite. Eppure Scardina li ha accusati oltre misura.
Cesar Nunez fino al 17 agosto 2019 era imbattuto, grazie a una serie di vittorie contro rivali di medio cabotaggio. Poi chi lo guida ha esagerato. Nunes è andato ad affrontare Feingebutz ed ha perso per kot 8. Gli è andata decisamente peggio nel match successivo al Madison Square Garden contro un ottimo Edgar Berlanda che lo ha letteralmente distrutto. Tre atterramenti e un kot senza scuse. Il tutto prima che finisse il round iniziale, come era accaduto ai dodici avversari che lo avevano preceduto contro lo statunitense.
È bastato un successo contro un quarantenne Alejandro Mostazo (4-5-2) per portarlo al ruolo di co-challanger del titolo vacante dell’Unione Europea.
Contro Nunez, Scardina ha sudato oltre misura. Bene, in alcuni fasi in cui ha mostrato alcuni miglioramenti tecnici soprattutto nella pulizia dei colpi. Poi però sotto la pressione del rivale ha perso sicurezza, in un paio di occasione ha accusato vistosamente i ganci dello spagnolo.
La vittoria, a mio avviso, non è mai stata in discussione. Lo dico perché, nonostante alcuni punti in cui ha pericolosamente lasciato spazi aperti alle traiettorie dell’avversario, ogni cartellino onesto avrebbe dovuto essere in suo favore,
Quello che non mi è piaciuto è stata la gestione dell’incontro nelle fasi critiche. Credo che non siano in molti a condividere questa mia visione del match. Ma si sa, l’hanno ripetuto un po’ tutti ieri sera in tv, i giornalisti criticano a prescindere, la gente non capisce. E così ieri un po’ tutti quelli di DAZN hanno fatto i complimenti a a Daniele Scardina e lui ha detto che punta a salire tra i primi cinque del mondo.
Non credo ci riuscirà.
È solo una mia opinione, e io faccio il giornalista. Figuratevi se indovino un pronostico.

PRODAN – La soluzione arriva 1:50 del decimo round. Cristofori perde il paradenti, indica il fatto all’arbitro e ingenuamente si scopre permettendo a Prodan di centrarlo più di una volta con dei ganci potenti. Il signor Ammar Sktoon interviene e ferma il match decretando il kot.
Il regolamento dice: “Un pugile vince per KOT quando l’arbitro ritiene che l’avversario si trovi in stato di evidente inferiorità e non sia in grado di continuare l’incontro“.
Non mi sembra fosse il caso. Prodan è stato in difficoltà per l’intero match. Non conosco i cartellini dei giudici, ma il mio vedeva Cristofori in vantaggio. E mancavano solo settanta secondi alla fine…

NUOVO CAMPIONE – Nicholas Esposito è il nuovo campione italiano dei pesi welter. Ha conquistato il titolo, con merito totale, contro un forte rivale. Tobia Loriga ha fatto vedere cose pregevoli. Si è giocato tutte le carte che aveva a disposizione. Ha boxato con grande orgoglio, con determinazione, con coraggio. Ha sfidato il lombardo sul piano della battaglia.
È stato un match di grande intensità, come raramente se ne sono visti negli ultimi tempi in Itralia. Una spettacolarità nata dalla grande voglia di vincere dimostrata da entrambi, dalla capacità di mettere a segno colpi importanti, ma anche dal non avere ambedue nei pugni una grande potenza.
Nicholas Esposito è stato bravo, bravissimo. Era la prima volta che boxava sulla distanza delle dieci riprese e l’ha fatto in modo egregio. Ha superato l’esame più difficile. Si è gettato nella mischia, ha messo a segno i colpi più importanti dell’intero combattimento. I suoi montanti e ganci hanno segnato l’incontro portandolo in suo favore. Ha tenuto un ritmo elevato, ha pressato per tutte e dieci le riprese. È un degno campione italiano.
Loriga è stato bravo. Non ha, come d’altro canto non ha neppure l’altro, potenza nei colpi ma ha capacità atletiche da applausi e buona tecnica. Ha tirato delle pregevoli serie, ha messo a tratti in difficoltà Esposito. Lo ha impegnato al massimo delle sue possibilità. Ma alla fine, a mio giudizio, ha perso. 
Il pugile di Crotone non ha accettato il verdetto. “Un pari mi sarebbe stato stretto. Guardatelo in faccia, è pieno dei segni lasciati dai miei pugni. Eppure ha vinto lui“. 
Esposito ha replicato: “I tagli sono conseguenza delle decine di testate che mi ha dato, non certo dei colpi che non facevano male per nulla“.
Non sono nè giudice, nè arbitro, ma credo che il verdetto sia stato giusto. Anche nel punteggio. 

NATALIZI – Chi ha scelto Islam Teffahi per Natalizi sapeva di portare sul ring un problema da risolvere. Mirko non si è di certo trovato davanti un campione, ma un pugile che aveva alcuni elementi che potevano metterlo in difficoltà. Il tunisino ha esperienza, sa giocare sporco, ha carattere. Non mi è sembrato pericoloso in fase di attacco, colpi larghi e prevedibili. Meglio in fase difensiva. Niente di particolare, abbastanza però per capire quale fosse il livello attuale del romano. 
Per quasi quattro riprese Natalizi ha boxato contratto, disattento in difesa, poco preciso in attacco.
Prendere i colpi larghi e previdibili di Teffahi è decisamente un segnale di difficoltà, sono errori da correggere. È nell’interpretazione tattica del match che Mirko deve fare i miglioramenti più grandi, nel modo di gestire l’incontro. Non può sempre e solo affidarsi alla potenza dei colpi. Dall’angolo Stefano Vagni lanciava messaggi precisi. Chiedeva più scioltezza, meno affanno in attacco, una tranquillità che avrebbe portato al risultato.
Ma non era la serata di Natalizi. Fino al momento in cui ha chiuso il match non ha seguito il percorso giusto.
Tanti i colpi a vuoto. Poi, a 1:50 del quarto round, è arrivato il fulmine. Primo gancio destro, ancora gancio destro. Fine. Enrico Licini decretava il ko. Tutto è bene quel che finisce bene, ma questa strada non porta dove lui e il suo clan vorrebbero arrivare.

DA PAGANI – La Femina ha aperto la serata. Una vittoria netta contro un collaudatore di medio basso livello (ventidue sconfitte) come Pablo Narvaez. Da apprezzare da parte del pugile di Pagani la voglia di portare più volte un colpo difficile come il montante. È un segnale positivo, testimonia la voglia di non fare semplicemente il compitino, ma di cercare anche in match come questo di provare qualche chicca del repertorio.

RISULTATIPiuma: Vincenzo La Femina (7-0, 3 ko, 57,700 kg) b Pablo Narvaez (9-22-7, 1 ko, 58 kg) p.6; medi: Mirko Natalizi (10-0, 7 ko, 71,950 kg) b Islam Teffahi (22-9-2, 5 ko, 71,750 kg) ko 4 dopo 1:50 . Arbitro: Enrico Licini; welter (titolo italiano) Nicholas Esposito (14-0, 5 ko, 66,650 kg) b Tobia Loriga (32-9-3, 6 ko, 66,200 kg) p. 10 (97-93, 97-93, 97-93). Arbitro: Gaetano Virgilito; superwelter (Internazionale IBF) Maxim Prodan (19-0-1, 15 ko, 66,200) b Nicola Cristofori (11-3-2, 1 ko, 66,500 kg) kot 10 dopo 1:50. Arbitro: Ammar Sktoon; supermedi (Unione Europea) Daniele Scardina (19-0, 15 ko, 75,500) b Cesar Nunez (17-3-1, 9 ko, 75,900 kg) kot 10 dopo 2:55. Arbitro: Poggi.

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