All’improvviso, il panico.
Erano tutti lì, all’interno della Bolla. Lo spazio covid-free dell’MGM di Las Vegas che si preparava ad ospitare il titolo WBO dei superpiuma tra Jamel Herring e Johnathan Oquendo. I pugili impegnati nello show erano pronti a sostenere le visite mediche.
Un uomo è crollato a terra. Giù, steso sul pavimento. Aveva le pupille dilatate e il volto pallido, era immobile.
Pete Sunsens, co-coordinatore della riunione della Top Rank di Bob Arum, era appena stato colpito da un infarto.
Paura.
I pugili stavano per uscire dalla sala e recarsi alle operazioni di peso quando il dramma è esploso.
DeAndre Ware, uno di loro, ha mantenuto la calma. Lui alle situazioni di emergenza è abituato. Lavora come pompiere a Toledo, Ohio. In questo periodo in cui la pandemia ha pesantemente influenzato le nostre vite, lui ha avuto poco tempo per la sua. Le mezze giornate passate in famiglia, sono diventate al massimo un paio di ore. Quando poteva. Doveva occuparsi degli altri.
DeAndre Ware fa anche il pugile. Ha 32 anni e un record di 13-2-2, 8 ko.
È in cartellone questa sera, il suo incontro con Steven Nelson (16-0, 13 ko) sarà il sotto clou: titolo NABO dei supermedi in dieci round. Tornerà sul ring dopo un kot subito tredici mesi fa, la seconda sconfitta in carriera.
Ieri però il fighter dell’Ohio ha sicuramente vinto.
Si è chinato su Pete Sunsens per un intervento di pronto soccorso, come ha imparato a fare nel corso degli anni in cui ha lavorato da pompiere. Lo ha rianimato attraverso un massaggio cardiaco (una rianimazione cardio polmonare), gli ha consentito essere vigile e in grado di parlare quando è arrivata l’ambulanza e i paramedici lo hanno caricato su una barella per portarlo in ospedale.
DeAndre Ware gli ha salvato la vita.