Esce il 14 novembre Eravamo l’America, avevamo il mondo in pugno

“Agostì, sai cosa è la boxe?”
Sì, maestro.
“E allora dimmelo”.
Cosa?
“Cosa è la boxe?”

Dare e prendere cazzotti.
“Ti sbagli”.
E allora maestro, mi dica lei: cosa è la boxe?
“È il prezzo che dobbiamo pagare per guadagnarci il Paradiso”.
E dobbiamo pagarlo subito?
“Più soffri in palestra, meno soffrirai sul ring durante il combattimento”
Sì, maestro.
“Se capirai sino in fondo il concetto, imparerai che senza sacrifici non potrai mai raggiungere quello che vuoi”.
E se durante il match mi capitasse di andare giù?
“Non dovrai arrenderti mai, neppure quando finirai al tappeto”.
Grazie, maestro.
“Vai Agostì. Fammi due riprese di guanti col Valeriana, magari si sveglia un po’”.

 

Sognatori che non si sono mai arresi.
È la definizioni poetica che Nelson Mandela dà dei vincitori.
In questo libro racconto le loro storie.
Parlo di uomini che ho visto soffrire, maledire il mondo, avere paura, sognare, gioire, esultare. Quando salivano sul ring lasciavano nello spogliatoio ogni indecisione e si abbandonavano alla lotta.
È così che sono arrivati in vetta, pronti a cogliere il frutto delle loro fatiche. Sia che fosse un oro olimpico, sia che fosse un mondiale tra i professionisti. Per qualcuno, pochi in verità, la raccolta ha compreso entrambi.
Per uno strano caso del destino, ma forse non era un caso e il destino c’entrava poco o nulla, quei signori hanno realizzato le loro imprese nello stesso arco di tempo. I meravigliosi anni Ottanta.
Eravamo l’America, avevamo il mondo in pugno. Erano i giorni dell’abbondanza e io, giorno dopo giorno, inseguivo storie da raccontare.
Prima di scrivere questo libro mi sono imposto una regola, avrei parlato solo dei mondiali a cui avevo assistito. Perché di quelli potevo restituire immagini, profumi, retroscena, parole, gesti. Ho mantenuto l’impegno per ognuna delle storie che troverete in queste pagine, tranne una. Non ero a bordo ring, ma a tremila chilometri di distanza. Eppure era come se fossi stato lì, seduto in prima fila ad assistere al trionfo.
Ho messo assieme parole, fatti e suggestioni di ogni combattimento.
Sono sfilati davanti ai miei occhi gli scenari di quelle imprese: Las Vegas, Mosca, Los Angeles, Seul, Milano, Napoli, Agrigento, Montecarlo, Atlantic City, Genova, Pesaro, Siracusa. Palcoscenici dove a recitare erano Patrizio Oliva, Loris e Maurizio Stecca, Gianfranco Rosi, Giovanni Parisi, Valerio Nati, Sumbu Kalambay, Francesco Damiani. Uomini che hanno reso nobile l’arte di casa nostra.
Storie affascinanti, segreti nati dietro le quinte, notti di confessioni, vigilie di peccato.
Boxe e vita viaggiano a stretto contatto, anche se non sono poi così convinto che si possano confondere. Appartengo alla scuola di Joyce Carol Oates.
“La vita è come la boxe per molti e sconcertanti aspetti. La boxe però è soltanto come la boxe”.
I nostri campioni hanno attraversato gli anni Ottanta lasciando segni profondi. Match appassionanti, sconfitte che lacerano l’anima, vittorie che ripagano di ogni sacrificio, ferite che porteranno dentro per sempre.
Questa è la storia di quei giorni.

Dall’introduzione di Eravamo l’America di Dario Torromeo, edizioni Absolutely Free, 274 pagine, 15 euro. Nelle migliori librerie e sui siti di vendita online da giovedì 14 novembre.

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