Claire aveva sedici anni. E aspettava un bambino.
Lee ne aveva 17, ed era il papà del nascituro.
Anton veniva al mondo il 15 aprile del 2000.
Poi sarebbero arrivate Nadine e Acelee.
In famiglia non lavorava nessuno. Lee per dare da mangiare ai suoi cari aveva deciso di non fare un lavoro, ma tre.
Puliva il negozio di un parrucchiere, rimetteva ordine in un grande garage. E, dopo soli quindici match da dilettante, diventava pugile professionista.
Ieri Lee ed Anton hanno combattuto nella stessa riunione.
Il papà (36-4-0, 14 ko), ex campione del mondo IBF dei pesi gallo, e il figlio (1-0, debutto nei superleggeri) hanno vinto ai punti a Bristol, la loro città. Tutti hanno fatto una gran festa e in casa Haskins la notte non finiva mai.
Per carità, l’evento era così affascinante, che per non rovinare la festa sono stati chiamati due comprimari perfettamente adatti al ruolo di perdenti predestinati.
Lee Haskins ha sconfitto Sergio Gonzales (10-19-5, 7 ko).
Anton Haskins ha superato Ibrar Riyaz (6-169-4, 3 ko), uno che solo quest’anno è salito sul ring diciannove volte. Perdendo puntualmente in ogni occasione.
Grande risalto sui media brittanici, è la prima volta che padre e figlio combattono nella stessa riunione, e alla fine tutti felici e contenti.
Ultima nota di cronaca, penso proprio che il babbo si sia prestato per fare contento il figlio. Lee non saliva sul ring da due anni…
