Senza contributi, e non potendo offrire posti ai Giochi, chiudono le WSB

L’AIBA continua a perdere i pezzi.
Dopo che il CIO le ha tolto l’organizzazione dei Giochi di Tokyo 2020 e sospeso qualsiasi contributo, l’Associazione è precipitata in una crisi finanziaria che rischia di metterne in pericolo il futuro.
Cancellato il torneo APB che era stato annunciato come l’unica risorsa possibile per salvare il pugilato mondiale, ora sono state sospese a tempo indeterminato le World Series of Boxing,  presentate nel 2010 come la risposta ideale alla richiesta di attività che i giovani fighter di tutto il mondo continuavano a fare.
Lo scorso anno le WSB avevano già vissuto un periodo di magra. A sedici giorni dalla disputa dei quarti di finale, le squadre in gara erano state, a insindacabile giudizio dell’AIBA, ridotte a quattro. A semifinali disputate, le squadre avevano dovuto aspettare quattro mesi prima di poter fare la finale.
Il 2019 era stato annunciato come l’anno della grande riforma. Non più un campionato unico, ma due gironi distinti (uno con i pesi leggeri da 52 a 69 kg, l’altro con quelli più pesanti da 75 a +91) per ridurre i costi.
Non è bastato. La botta definitiva è arrivata con la gestione olimpica affidata a un ente esterno, che ha scelto tempi e modi di qualificazione. Le WSB avrebbero dovuto assegnare 32 posti (i finalisti, più altri sedici atleti scelti con criteri mai annunciati). Azzerata questa possibilità, è calato l’interesse dei finanziatori.
L’AIBA ha annunciato che le WSB sono bloccate a tempo indeterminato. Se il CIO manterrà la sua linea, credo che difficilmente torneranno operative.
L’AIBA continua il suo percorso, rotolando all’indietro.

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