HO UNA sfida aperta con i registi degli eventi sportivi. Se devo essere onesto fino in fondo, stanno stravincendo loro: continuano a ignorare chi sta dall’altra parte dello schermo.
Sono ignorante in materia di tecnologie di ripresa, ma da spettatore so benissimo cosa voglio. E loro fanno di tutto per non darmelo.
Prendiamo gli Europei di nuoto di Berlino e la regia internazionale. Per il 75% della gara non riesco a capire chi sia davanti e chi dietro. Inquadrature individuali, subacquee, schiacciate laterali, primi piani, riprese con prospettive ingannevoli.
Ma fatemi capire chi sta vincendo, che poi è anche la ragione per cui ho acceso la tv!
Se si sentono artisti incompresi, facessero un film.
È un po’ quello che accade durante una partita di calcio.
Un giocatore è lanciato verso l’area avversaria e mi sbattono sul megaschermo la faccia di uno spettatore. Due calciatori cominciano a litigare e il campo si allarga fino all’estrema periferia. Mi spiattellano uno a uno i volti dei quarantamila spettatori e mi fanno perdere il quadro d’assieme delle azioni.
Ma torniamo al nuoto. Ieri, venerdì 22 agosto, le immagini sono più volte scomparse. Nero assoluto. Anche e soprattutto durante le prove dei nostri.
Mi dicono: colpa della telecamera dedicata, quella per cui la Rai paga (diritti e operatori) per regalarci in esclusiva le gesta degli azzurri.
Rispondo: non è possibile che sia così, il regista italiano se ne sarebbe accorto e sarebbe subito rientrato con le immagini dell’Eurovisione.
Il mio interlocutore sorride e conferma.
“Dai retta a me. Non se ne sono accorti.”
Il fatto che non abbiano fornito spiegazioni avvalorerebbe le certezze del mio interlocutore…
Dichiarazioni in fotocopia dalla zona mista.
Unica polemica quella che Andrea Mitchell D’Arrigo fa a conclusione di una deludente prima frazione in staffetta 4×200 sl dai microfoni Rai: “Un giornale vicino alla Federazione ha scritto cose inaudite su mio padre.”
Un’accusa pesante a cui farei un paio di appunti.
Primo. Sarebbe stato bello se avesse spiegato il senso di “giornale vicino alla Federazione.”
Secondo. Sarebbe stato corretto se avesse fatto il nome del giornale.
Non discuto sul fatto che il commento del quotidiano fosse lecito o meno, non so né chi lo ha scritto né cosa ha scritto. Dico solo che è un antico vezzo italico generalizzare.
Cosa avrebbe detto D’Arrigo se un giornalista avesse accusato tutti i nuotatori di essere maleducati per il solo fatto di avere discusso con uno di loro?