Riakporhe non ce la fa, Billam-Smith si conferma. Match deludente

Stavolta Richard Riakporhe (17-1-0, 13 ko) non ce l’ha fatta, lo sfavorito ha fatto felici gli scommettitori che gli hanno dato fiducia e sono tornati a casa con il triplo della loro puntata. Chris Billam-Smith (20-1-0, 13 ko, a destra nella foto) si è preso la rivincita. Sconfitto per split decision nel 2019, ha vinto chiaramente, ai punti con decisione unanime ieri notte (116-111, 115-112, 115-112), sul ring al centro dello Stadio del Crystal Palace a Londra.
Non è stato un bel match, troppi clinch, molte scorrettezze, poche limpide azioni pugilistiche. Un mondiale WBO dei massimi leggeri senza lampi di grande boxe.
Una fatica per l’arbitro Steve Gary che nell’ultimo minuto dell’ultimo round ha richiamato ufficialmente per combattimento a testa bassa lo sfidante. Riahporhe, più volte richiamato verbalmente anche per trattenute, ha giustamente subito il provvedimento quando mancava una manciata di secondi al termine.
Billam-Smith si è confermato campione con merito. La sua non è stata una boxe brillante, ma solida e più efficace dello challanger. Riakporhe non avuto la consistenza di colpi necessari per sperare di imporsi. Le cose migliori le ha fatte nei round conclusivi, ma non era abbastanza per strappare il titolo. Ora sembra voglia tentare la strada dei massimi. A 34 anni, senza un pugno devastante per la categoria, potrebbe sembrare una scelta azzardata.
Il campione sogna di unificare le cinture.
Vorrebbe cominciare affrontando Gilberto Zurdo Ramirez (46-1-0, 30 ko). Magari a Las Vegas, come ha detto a fine match. Contro il messicano partirebbe sfavorito e si troverebbe davanti un pugile solido, potente e molto motivato.
Prima della difesa londinese, aveva parlato a lungo di Jai Opetaia (25-0, 19 ko). L’australiano è il migliore massimo leggero in circolazione, il britannico rischierebbe forte.
È presto per parlare di futuro. Ha appena difeso il titolo e lo ha fatto sovvertendo i pronostici e il giudizio dei bookmaker. Si goda questo successo. Ha 33 anni, pensare in grande gli fa onore. La realtà a volte però è un’altra cosa.

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