
Aziz Abbes Mouhiidine è bravo.
Ma sta accadendo anche a lui, quello che è accaduto ad alcuni nostri pugili in passato. Spesso il giudizio sull’atleta è penalizzato dall’opinione che si ha su di lui per il personaggio che ha creato.
Sembra sia ormai il destino anche di Mouhiidine.
Anche io sono vittima di questa situazione. Provo a difendermi. Non mi piace il suo modo di stare sul ring. La boxe è uno sport che impone rispetto. Per sé e per gli altri. Le recite sono concesse solo ai fenomeni. E parlo di gente che davvero appartiene al regno dei fuoriclasse. Ali, Leonard, Mayweather. Miti che non puoi che applaudire, qualsiasi ruolo interpretino.
Il pugile è uno sportivo che, come accade in altre discipline, memorizza gesti e movimenti. Poi (spesso) li ripete sul ring a livello istintivo. Di solito accade per l’aspetto tecnico/tattico. A volte accade anche quando si pensa che sia cosa buona e giusta fare lo showman nel momento in cui tutto gira facile.
Aziz Abbes Mouhiidine (nella foto con Salvatore Cavallaro, bronzo negli 80 kg) boxa tra i massimi a 92 kg e può vincere l’Olimpiade.
L’ho detto, scritto, ripetuto. Ma questa vena da istrione, questo volere deridere l’avversario (sì, è questo che fa) non riesce proprio a piacermi.
Ha diviso il popolo della boxe. Una parte (la grande maggioranza) sta con lui senza se e senza ma. L’altra si pone delle domande.
Io di professione faccio il giornalista. Il mio compito è analizzare. E allora guardo numeri, rendimento, livello di bravura.
Aziz Abbes Mouhiidine nell’ultima classifica mondiale occupa il numero 2.
Ha vinto l’oro ai Giochi Europei.
Ha sconfitto agli ottavi l’ucraino Arkadii Kartsan.
Fuori dai primi 80.
Nei quarti ha superato il turco Berat Acar.
Numero 57 (in comproprietà con altri 23 pugili).
In semifinale ha battuto il polacco Matensz Bereznick.
Numero 48 (in comproprietà con altri cinque pugili).
In finale ha dominato l’irlandese Jack Marley.
Numero 55 (assieme al moldavo Leviu Monteanu).
Applausi, ma senza esagerare. Il test è stato superato senza mai rischiare. Ma questo evento non può servire da metro di giudizio assoluto. I grandi della categoria stavano altrove.
Aziz Abbes Mouhiidine è un peso massimo d’oro, ma, questo è il mio tormentone, non dovrebbe fare concessioni all’autocompiacimento. Provocano disattenzione. Per vincere l’Olimpiade, e ripeto: lui può farlo, è indispensabile una continuità di rendimento. E anche fare appello a tutte le forze, non rinunciare neppure a una lacrima di grinta.
Aziz ha 24, l’età della maturità nel pugilato dilettantistico. Ha sufficiente esperienza, doti tecniche e fisico. Può farci sognare.
Ah, quasi dimenticavo, oggi ha fatto un’altra dichiarazione a fine match, rivolgendo lo sguardo verso la telecamera ha detto: “Carlotta, mi vuoi sposare?”.
Auguri a tutti e due.

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