Mouhiidine a un passo da Parigi ’24, dominato il turco Acar

Abbes Vince. E questo rientra nella normalità. Ma lo fa con una prestazione senza spazio per gli errori, dominando ogni singolo istante dell’incontro.
Il turco Acar si fa vedere raramente. Unica segnalazione di presenza sul ring, oltre che per i colpi incassati, un paio di ganci destri messi a segno nel secondo round. Per il resto del combattimento il palcoscenico è tutto per Aziz Abbes Mouhiidine.
Boxa in velocità, è protagonista unico grazie a un jab che funziona splendidamente, a un diretto che martella il turco. Mobile sulla gambe, abile a uscire fuori dalla traiettoria dei colpi dell’avversario, l’azzurro vince ogni istante del combattimento.
Per tutti. Tranne ovviamente il solito giudice giapponese, Atsuo Fujisako che riesce a dare l’ultima ripresa al turco. Perché? Non lo so, bisognerebbe chiederlo a lui.
Ripeto quello che dico da tempo. Abbes è il pugile italiano con più possibilità di medaglia a Parigi ’24.
Sento già una doppia obiezione.
Prima. Ancora deve conquistare la qualificazione.
Seconda. E lo dici dopo la vittoria su Acar?
Giusto. Della qualificazione parleremo, venerdì 30 giugno (il pass andrà solo ai due finalisti), dopo il match contro il 22enne polacco Mateus Bereznocki. Incontro in cui comunque parte favorito.
E no, non mi sono convinto questo pomeriggio delle possibilità ai Giochi del nostro peso massimo. Lo penso (e l’ho scritto) da tempo. Me ne sono definitivamente convinto dopo le due finali mondiali contro il cubano Julio Cèsar de La Cruz a Tashkent 2023 e il russo Gamzatovic Gadzhimagomedov a Belgrado 2021. Due match vinti, due ori negati da giudici imbarazzanti.
A proposito.
Giudici e arbitri?
Sempre peggio.


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