Serra passa, il verdetto lo premia al termine di un match equilibrato

Passa Federico Serra a conclusione di uno strano match, un combattimento a tratti esaltante, a tratti confuso.
L’azzurro si aggiudica chiaramente il primo round. Parte a tutta velocità, è una pallottola sparata da un fucile di precisione. Centra uno, due, cinque volte Garboyan. L’altro è smarrito, non sa come frenare tanto impeto.
Ci mette una ripresa e il minuto di intervallo, poi la soluzione la trova. È più alto, ha braccia più lunghe, perché non sfruttare questo vantaggio? E allora comincia a tenere a distanza Serra, prende a piazzare una serie di uno/due, diretti efficaci, e porta a casa il round.
Il terzo tempo comincia con l’azzurro in vantaggio su due cartellini e in parità sugli altri tre. Deve solo conservare questa posizione, gli basta che uno solo dei giudici che hanno il pari gli dia la ripresa e il gioco è fatto. Ma lui non è tipo da fare calcoli, si lancia senza paura nella mischia.
L’altro sa che sta rischiando la sconfitta, prende coraggio e attacca. La conclusione però è deludente per entrambi. L’ultimo round è più vicino al wrestling che al pugilato. E questo favorisce Serra che dall’equilibrio dei valori ha solo da guadagnare.
Così va. Con l’italiano che esulta e l’armeno che si dispera. Avremmo fatto lo stesso a verdetto inverso. Ma non è detto che Garboyan avesse ragione. È stato più semplicemente un match sul filo. Questo ha detto anche il giudizio finale: 29-28, 30-27, 30-27, 29-28, 29-28.
Mercoledì 28, nei quarti di finale, Federico affronterà l’ungherese Attila Bernath.


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