Peccato, Canfora se la gioca alla pari. Ma è Eccles a passare ai quarti

Un’altra delusione per Assunta Canfora.
Perde un match difficile, complicato, combattuto sul filo dell’equilibrio.
Rose Joy Eccles è un’avversaria a cui non puoi concedere spazi. Lei è sempre lì, pressa, aggredisce, lega, colpisce.
La Canfora se le è giocata bene questa sfida. Ha tenuto in piedi l’incertezza del risultato sino alla fine.
Credo che le possibilità di critica sul verdetto possano essere, paradossalmente, sul primo round. Io ho visto l’azzurra vincerlo. Ma la mia possibilità di giudizio è fortemente limitata dai mezzi audiovisivi che il CIO ha messo a disposizione per queste qualificazioni olimpiche. Come me l’ha comunque pensata solo uno dei cinque giudici.
Gli altri due round sono filati via abbastanza facilmente per proporre un giudizio.
Il secondo per l’italiana, ma in modo chiaro, netto, al punto che resta difficile capire perché due dei cinque giudici l’abbiano vista soccombere.
La ripresa conclusiva è stata incerta, equilibrata. Ma qui si entra nel solito discorso.
A verdetto chiuso ci ritroviamo con un giudice (il giapponese Yasutaka Sasaki) che ha tutte e tre le riprese per la britannica, e un altro (l’egiziano Nagy Osman Ismael Hamed) che ha tutte e tre le riprese per l’azzurra.
Così va la vita, così vanno le cose da quelle parti.


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