
Match complicato, ma alla fine Gianluigi Malanga (63,500 kg) l’ha portato a casa con fatica e volontà, lasciando qualche dubbio ma dando la chiara impressione di essere sempre in controllo del combattimento. Un’ingenuità nel secondo round, una caduta su quella che a me è sembrata una spinta (posso essermi sbagliato, l’immagine fissa e lontana dall’azione, a cui si aggiunge la mancanza di replay non aiutano a capire). All’arbitro è sembrato un knock down. Con relativo conteggio. Un particolare che in ogni caso non poteva influire sul verdetto finale.
Malanga ha vinto, questo è un fatto non un’opinione. Così è stato per quattro giudici (30-27 per tutti), non per il quinto.
Etsojile Ngwako, della Botswana, ha assegnato seconda e terza ripresa a Petr Novak, consegnando alla storia dei Giochi Europei un successo non unanime, ma per split decision (4-1). Complimenti.
Dicevo dei dubbi. Mi sembra che l’azzurro abbia accusato un calo fisico nella seconda parte dell’incontro. Il ritmo della sua azione è calato, questo lo ha portato a non trovare più la giusta misura, a mancare il bersaglio con una percentuale più alta di quanto non fosse accaduto nella prima parte e a prendere qualche colpo in più.
Non vorrei ingrandire un problema che forse sarà già scomparso al prossimo appuntamento. Per ora, mi fermo qui.
Di cose buone Malanga ne ha messe in fila anche oggi. È stato padrone del ring, ha gestito lui il combattimento, ne ha dettato i ritmi. Novak pressava, l’italiano non perdeva concentrazione, rientrava spesso con il sinistro e andava a bersaglio.
Pregevole un’azione nella ripresa finale. Per carità, non per questa ma per la somma dei colpi (precedenti e successivi) gli andava assegnato il round. Ma vederlo mettere a segno un montante sinistro preciso, passare sotto il sinistro del ceco e poi rientrare con il gancio destro al corpo fa bene al morale. E come ammirare un colpo di tacco che si trasforma in gol in una partita di calcio.
Finezza a parte, bene Malanga. Ma non benissimo.
Contro il prossimo rivale non gli saranno consentite sfumature negative, provocate da errori o cali fisici. C’è in palio una medaglia, ma soprattutto sul piatto c’è il pass per Parigi 2024. Un bottino importante, per conquistarlo dovrà superare un ostacolo duro, un combattente, un tipo tosto che si è meritato il posto nei quarti battendo per split decision (3-2) l’azero Malik Hasanov, al termine di un match molto equilibrato.
Mercoledì 28 giugno, Gianluigi Malanga è atteso da Dean Clancy, 21enne irlandese con un record di 57-19-0. Ha cominciato a boxare prestissimo, l’esordio in un match ufficiale l’ha fatto addirittura a 12 anni. E l’ha fatto allo Stadio Nazionale di Dublino. È andata male, ha perso. Ma col tempo ha saputo riprendersi da quella delusione.
Ha sconfitto Patrizio Cappai a Roseto degli Abruzzi negli Europei Youth del 2018, torneo in cui ha conquistato l’argento. Sempre a Roseto ha vinto l’oro nel 2021 agli Europei Under 22.
La boxe è un affare di famiglia. Pugile suo fratello James jr, allenatore il loro papà James sr.
La boxe per lui è una battaglia: Così la vede, così la interpreta.
Occhio Malanga, stavolta sarà dura.
Nota finale per arbitri e giudici. Sempre peggio.

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