Buona la prima per Cavallaro, lunedì c’è il match che vale i quarti

Salvatore Cavallaro, la medaglia di bronzo dei Mondiali di Belgrado 2021 nei 75 kg, ha debuttato nei Giochi Europei di Cracovia con una vittoria.
Un successo netto, senza dovere neppure forzare. Redis Karaj, il 19enne albanese suo avversario, è salito sul ring intimidito, soggiogato dal siciliano che veste l’azzurro. Karan non è mai riuscito a impensierirlo, mai ad essere pericoloso.
Cavallaro ha scelto di salire di categoria, boxa a 80 kg. Lo fa senza avere perso, apparentemente, l’agilità dei movimenti.
Bene in difesa, dove ha intuito sempre, una frazione di secondo prima, le intenzione dell’avversario. Bene, ma su un livello inferiore, in attacco.
Poche serie, raro l’uso del montante che in più di un’occasione avrebbe potuto risolvere la storia. E poi un atteggiamento che non riesco a condividere, quell’affrontare il combattimento a mani basse. Un segno di sfida? Una manifestazione di sicurezza? Non saprei, so che sarebbe meglio evitare.
Ma era il match numero uno di una lunga avventura. Lo ha vinto senza soffrire, dando un’immagine di solidità. Va bene così.
Salvatore Cavallaro tornerà sul ring nel pomeriggio di lunedì 26 giugno, contro lo spagnolo Gafurova Jalidov. La vittoria varrà i quarti di finale.
Qualche parole sull’arbitraggio.
La signora Terese Ludy Ceriles, delle Filippine, si è persa nei dettagli, rischiando di inciampare in un match tutto sommato facile da gestire. Un esempio. L’albanese per schivare il destro di Cavallaro, si girava di schiena, accadeva così che il colpo dell’azzurro, a volte, lo centrasse alla nuca. Nessun richiamo verbale per lui, più di uno per l’italiano.
Considerazione a latere. Credo che Nicolino Locche, se avesse combattuto oggi tra i dilettanti, sarebbe stato sistematicamente squalificato.
Non voglio sicuramente paragonare il fenomenale campione Nicolino El Intocable Loche a nessuno di quelli che si muovono sui ring dei Giochi Europei. Però, se un arbitro richiama continuamente il pugile che passa sotto il colpo del rivale, senza provocare neppure un’ipotesi di danno, qualcosa di sbagliato deve pur esserci.


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