Claressa, l’infanzia col papà campione della boxe da strada


Sabato, sul ring della Little Cesar Arena di Detroit, Claressa Shields (13-0, 2 ko) metterà in palio le cinture Wbc, WBA, WBC, WBO dei pesi medi (diretta su DAZN dalle 3 della notte tra sabato e domenica). La sua avversaria sarà Maricela Cornejo (16-5-0, 6 ko). Per i bookmaker non ci sono dubbi. La detentrice dei titoli è nettamente favorita, la sua quota è 1.02. Due centesimi di vincita ogni dollaro puntato. La sfidante paga 13 volte la puntata. La campionessa viene da lontano e ha una lunga storia alle spalle.

Claressa Shields è nata il 17 maggio del ’95 a Flint, Michigan. La città più pericolosa d’America, la prima nella classifica dei crimini violenti.
La mentalità della gente di Flint? Cresciamo con l’istinto a guardarci le spalle. Sappiamo riconoscere al volo chi vuole prendersi quello che è tuo. Siamo sempre pronti a combattere
A 5 anni ha subito violenze sessuali da un vicino di casa. Per lungo tempo ha dovuto fare a meno della famiglia. Senza la mamma, una donna travolta dalla dipendenza, e con il papà, un campione della boxe di strada, in prigione da quando lei aveva due anni sino a quando ne avrebbe compiuti nove.
Cosa sia stata la sua infanzia l’ha raccontato a James Dielhenne di Sky Sports UK.
“In strada la gente mi indicava, poi si rivolgeva all’amico più vicino e diceva: ehi, quella è la figlia di Bo Bo. Non sapevo chi fosse, me l’ha spiegato lui quando è uscito di prigione. Papà ha cominciato a battersi per strada, in cortili abbandonati, in vicoli deserti. Un po’ di soldi in palio, un solo vincitore: chi riusciva a rimanere in piedi. Col tempo era diventato Cannonball, li metteva ko davanti ai miei occhi e io gli gridavo: ma che diavolo! Non è stato lui a insegnarmi a boxare, ma da quando avevo undici anni ha preteso che prima di andare a letto facessi dieci flessioni e trenta distensioni sulla panca. Ho costruito così la mia forza. Lui al tempo era un tipo tosto. Dormiva con la pistola sotto il cuscino, era un combattente naturale”.
“La gente dice che il modo in cui parlo di pugilato è troppo cattivo e duro. Ma a me piace colpire, altrimenti non sarei un pugile. Non faccio finta che non sia parte di me”.
La persona che le è rimasta accanto negli anni più difficili è stata la nonna. La prima tifosa da quando lei ha deciso di diventare pugile. Una storia che ha avuto inizio nel momento in cui papà Clarence le ha raccontato di Laila Ali.
Claressa è entrata per la prima volta in palestra nel 2006, era la Berston Field House. Per qualche tempo il maestro Jason Crutchfield, un tipo stravagante che collezionava strani cappelli, sembrava ne ignorasse la presenza. Poi, un giorno le si è avvicinato.
Come ti chiami?
Claressa”.
Eh?
Claressa”.
Troppo complicato, facciamo Ress. Mi piace di più”.
Era appena nato il soprannome che si sarebbe portata dietro per sempre. Lo stesso con cui hanno titolato un documentario su di lei.
Per Ress, detta anche T-Rex, tifa Eddie. È l’amico che le ha proposto una scommessa non appena è venuto a sapere che la ragazza sarebbe salita sul ring per disputare un match di pugilato.
“Dieci dollari che lascerai la palestra prima di una settimana”.
Accetto. Nonna mi ha detto che le donne possono fare le stesse cose degli uomini, quindi…
Quei dieci dollari li ha intascati con facilità.
Nel 2011 ha però pensato di finirla lì.
La boxe mi rubava il tempo, mi negava i divertimenti della vita. Per fortuna ho cambiato idea”.
L’incertezza è infatti durata poco. Una telefonata ha dettato la svolta definitiva.
Ehi Ress, sono Jason”.
Che c’è?
Farai l’Olimpiade di Londra a 165 libbre!
Sei pazzo, non vado mai sopra le 137
Abbi fede”.
Lei di fede ne ha avuta, tanta. I cittadini di Flint hanno così potuto vivere i loro giorni della felicità. Davanti alla tv, tifando per Claressa.
Oro ai Giochi di Londra 2012, ancora oro a Rio 2016. Poi il passaggio al professionismo, la conquista del mondiale medi, il clou in una riunione in cui ci sono anche gli uomini, la diretta su Showtime.
Claressa Shields ha scritto una pagina importante nella storia del pugilato femminile.
Il 10 marzo del 2017, alla MGM Arena di Detroit, ha sostenuto il clou di una riunione in cui erano impegnati anche gli uomini, ma soprattutto è stata la prima a sostenere il match principale di un programma trasmesso in diretta da un grande network.
Era il suo secondo combattimento da professionista.
Chiusa la carriera da dilettante con un record fantastico: 68 vittorie e una sola sconfitta, è tuttora imbattuta da pro’ con un rispettabile 13-0 (2 ko). E, soprattutto, sembra abbia trovato un po’ di serenità.
Non infastidisco nessuno e non sono infastidita da nessuno“.
Credo proprio che Claressa Shields e la boxe debbano dirsi grazie a vicenda.
Sabato a Detroit ci proverà Maricela Cornejo a infastidirla. L’impresa sarà quasi impossibile.

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