Magnesi davanti al match più difficile, Cacace alla resa dei conti

Anthony Cacace ha 33 anni. E ancora non sa cosa farà da grande.
Un solo match dal 2019 a oggi, venti in dieci stagioni e mezzo di attività professionistica.
L’ultimo sogno gli è sfuggito dalle mani lo scorso aprile. Saltata, a tre giorni dal match, la sfida con l’ex campione del mondo dei supergallo Jonathan Romero, per un problema con il visto del colombiano. Piani in fumo, come gli era già capitato alla vigilia dell’incontro con Lyon Woodstock per una grave infezione ai denti la prima volta, per la positività al Covid del rivale la seconda.
L’ultimo stop ha fatto infuriare Anthony, al punto da fargli dire: “Non riesco a crederci. Sono stato lontano dai miei figli e da casa per 3 mesi, solo per sentirmi dire che non potrò combattere la sera in cui a Wembley ci saranno più di 90.000 persone per Tyson Fury vs Dillian Whyte! È peggio di un fottuto calcio sui denti. La boxe mi ha deluso molte volte, questa volta mi sento a pezzi. Fanculo la boxe! Non so se avrò un futuro in questo sport”.
Anthony, l’Apache: come lo chiamano i tifosi nordirlandesi, sa benissimo che sabato 24 settembre 2022 passerà l’ultimo treno. Se non riuscirà a salirci su, dovrà dire addio ai sogni di gloria.
Anthony è di Belfast, il papà Tony è emigrato in Irlanda da Napoli. In Italia vivono nonni e cugini. E, come il pugile ha raccontato in una recente intervista: “Quando vogliono prendermi in giro, quando siamo tutti assieme in casa, cominciano a parlare italiano. Io non capisco niente e mi arrabbio. Loro ridono. Ma in fondo ci vogliamo un gran bene”.
Anche per Michael Magnesi, quello di sabato alla Manchester Arena sarà il match più importante della carriera. È campione IBO dei superpiuma, è l’unico pugile italiano in possesso di una cintura, è imbattuto, ha una striscia positiva di 21 successi, 13 dei quali prima del limite. Nessuno dalle nostre parti può attualmente vantare una scheda come la sua. E, per tutto questo, meriterebbe una maggiore considerazione da parte della stampa italiana. Quello alla Manchester Arena sarà il secondo incontro lontano da casa. Il combattimento più impegnativo da quando è passato professionista. Ma la prospettiva non lo spaventa. “Imporrò il mio ritmo e vincerò prima del limite” ha detto a boxeringweb.
L’irlandese è più alto di dieci centimetri. E questo è un vantaggio per lui. Più grande di sei anni. Questo lo è sicuramente meno. Sui record ufficiali Cacace figura come southpaw, cioè mancino. A me sembra combatta in guardia normale. Qualche volta cambia, boxando in guardia frontale o falsa. Ma sostanzialmente mi sembra che sia sempre impostato con il sinistro avanti.
È veloce di braccia, sa sfruttare le lunghe leve (è 1.78, dunque alto per la categoria), riesce a tenere un ritmo elevato per tutte le riprese, porta con buona tecnica gancio sinistro e montante destro alla figura, è capace di variare tatticamente e sa trovare angolazioni e spazi inusuali per piazzare i suoi colpi. Non ha quella potenza che nelle dichiarazioni ufficiali giura di avere. Lo dicono sia i numeri in carriera (7 vittorie prima del limite su 20 incontri), sia il fatto che ha chiuso per ko solo i confronti con rivali dal record negativo, oppositori di basso valore.
Il campione, che viene da una buona prova contro il messicano Dennis Contreras, sa anche lui tenere alto il ritmo del combattimento. Penso sia una delle sue migliori caratteristiche. È più basso del rivale di dieci centimetri. Se si tiene in considerazione il fatto che preferisce accorciare gli spazi per scaricare serie a due mani, si capisce perché questo potrebbe diventare uno dei problemi da risolvere. Potrebbe infatti faticare più di altre volte per raggiungere la corta distanza, anche perché si troverà davanti uno che dal punto di vista diciamo filosofico interpreta la boxe alla stessa maniera. Sia Magnesi che Cacace sono attaccanti naturali.
Michael ha mani più pesanti, quando porta le serie provoca danni importanti. Potrebbe addirittura chiudere prima del limite.
In ogni caso, creso sia un combattimento dall’esito incerto. Un bel match, di livello, che avrà un’etichetta pericolosa. È una sfida da dentro o fuori. Chi vince avrà il sole nel futuro, per lo sconfitto l’ombra della notte riempirà le prossime giornate.
Il lupo solitario, come i fedelissimi chiamano il pugile italiano, vuole mettere il suo marchio su questo scontro. Ha progetti ambiziosi che travalicano il titolo IBO. Identico il programma annunciato dall’altro.
Sarà il ring, come al solito, a dire chi sarà il prescelto per nuove avventure.
Il titolo IBO dei superpiuma comincerà alle 21 ora italiana. Arbitro: Michael Alexander (Inghilterra). Giudici: Steve Gray (Inghilterra), Pawel Kardyni (Polonia), Benoit Russell (Canada).

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