
L’età nel pugilato, come in molti altri momenti della vita e dello sport, si è alzata. La riunione in programma il 29 gennaio, pandemia permettendo, al Seminole Hard Rock Hotel&Casino di Hollywood (Florida) potrebbe essere una testimonianza concreta. Sempre che non salti all’ultimo momento.
Non a caso c’è di mezzo la World Boxing Association, l’ente che ignora qualsiasi regola. Soprattutto quelle che sono nel suo statuto.
Il clou è il titolo regolare dei massimi. Lo chiamano così, ma visto come gestiscono la situazione non si sa perché mai lo facciano. Il supercampione è Anthony Joshua, l’uomo che difenderà la cintura è Manuel Charr: un signore di 36 anni che non combatte dal 25 novembre del 2017. Perché sia ancora in carica dopo tre anni e due mesi di inattività resta un mistero. L’ultima volta ha sconfitto ai punti Alexander Ustinov, in un match che la Wba ha riconosciuto come titolo solo poche ore prima che cominciasse. Conclusa la sfida, la stessa associazione ha detto che Charr avrebbe dovuto obbligatoriamente dovuto affrontare al suo prossimo incontro Fres Oquendo. Se riuscirà a ottenere un visto per il viaggio (vive a Colonia come richiedente asilo con permesso di soggiorno tedesco, ma non ha la nazionalità tedesca) combatterà contro Trevor Bryan, campione ad interim e numero 1 del ranking anche se non si esibisce dall’11 agosto del 2018.
Il secondo match per ordine di importanza sarà quello per il titolo dei massimi leggeri. Il detentore Berbut Shumenov ha 37 anni ed è fermo dal 7 luglio 2018. Negli ultimi sei anni ha disputato tre combattimenti. Incontrerà Ralph Murphy 35 anni, numero 8 della classifica, fermo dal 4 agosto 2019.
Terza sfida quella tra Bermane Stiverne, 42 anni, fermo da due, e Christopher Lovejoy, 37 primavere.
L’organizzatore sarà Don King, perfettamente in linea con la serata.
Il nuovo che avanza nella notte dei rientri.