Smokin’ Joe Frazier una notte da incubo Foreman lo distrugge

Vince Lombardi è l’allenatore dei Green Bay Packers, football americano.
Siede allo stesso tavolo del diciannovenne George Foreman.

Come hai potuto sventolare la bandiera in quel modo, quando i fratelli stavano portando avanti la loro battaglia?

Big George ha appena conquistato l’oro ai Giochi di Città del Messico ’68. Ha battuto l’azzurro Giorgio Bambini in semifinale, il sovietico Cepulis in finale. Quando ha avuto la medaglia al collo, ha fatto il giro del ring sventolando una bandierina americana.

Messico ’68 è l’Olimpiade di Tommie “Jet” Smith e John Carlos, oro e bronzo nei 200 metri di atletica leggera. Studenti del College di San José in California, entrambi membri del “Progetto olimpico per i diritti umani”: un’associazione che si batte per il popolo nero d’America. Salgono sul podio e durante l’inno statunitense, in segno di protesta per tutti i diritti calpestati dei neri, alzano al cielo il pugno avvolto in un guanto nero nel gesto reso celebre dalle Pantere Nere.

L’America dei bianchi ci dà credito solo in occasione delle vittorie olimpiche. È in occasioni come questa che mi riconosce come americano. Se faccio qualcosa di sbagliato, sono solo un negro.
Carlos urla al mondo la protesta.

Foreman se ne va in giro per il ring sventolando la bandierina degli Stati Uniti d’America, diventando così l’eroe della media borghesia bianca.
Con l’aiuto di un giornalista rimasto sconosciuto, scrive un messaggio alla nazione.
C’erano più di 2000 atleti neri in ogni sport nei Giochi del Messico. Ero dispiaciuto che nonostante la scritta USA sulla tuta loro potessero pensare che io non mi sentissi americano. Voglio che tutti sappiano che sono un americano felice. Ecco perché ho preso la bandierina dalla mia borsa e l’ho sventolata ai quattro angoli del ring.

Il vecchio allenatore di football non ci casca. 

Le parole di Vince Lombardi colpiscono Foreman come solo Ali avrebbe poi saputo fare.

Lucien Chen lavora per il Governo della Giamaica, promuove il turismo. Al primo tentativo la sua viene etichettata come un’idea folle, quando ci riprova il Primo ministro vacilla.

Perché non tentare?

Si trovano anche i soldi, il match si farà. Joe Frazier avrà 850.000 dollari di borsa garantiti e George Foreman ne prenderà 350.000. Si affronteranno al Kingston Stadium per il titolo dei massimi. Due picchiatori imbattuti, due pugili che conoscono un solo modo di concepire la boxe. Darsele senza pietà.

Arthur Mercante è l’arbitro. 

Joe Frazier il favorito: i bookmaker lo danno a 1/5.
Foreman non ha nomi importanti nel record, pochi anche gli avversari noti al grande pubblico, con l’eccezione di Gregorio Peralta e George Chuvalo. Qualcuno però si chiede quanto Frazier abbia lasciato sul ring nella sfida contro Ali. A credere nell’omone del Texas rimangono solo quelli del clan.

Dick Sadler è il manager, suo fratello Sandy, ex campione del mondo dei piuma, è il maestro. È quello che tiene il sacco quando George si allena, è quello che deve stare attento a non finire per terra sotto le mazzate del ragazzo.

Vedere Foreman colpire il sacco è un’esperienza affascinante. Scarica martellate, pugni di una potenza devastante. Alla fine, lì dove ha colpito con più insistenza c’è un incavo. E tu pensi che si sia fermato giusto un attimo prima di fare un buco in quel pesantissimo attrezzo da allenamento.

Immagine


Kingston, Giamaica, 22 gennaio 1973.

Primo round.
Frazier mette a segno due terribili ganci sinistri, Foreman continua ad avanzare. Montante destro di Big George, Smokin’ Joe è al tappeto. Sono passati 2’ dall’inizio del match.
Joe finirà kd altre due volte prima della fine della ripresa.

Secondo round.
Destro alla mascella. Foreman va ancora a segno, Frazier finisce al tappeto, Foreman guarda l’angolo e chiede a Yank Durham di interrompere quell’incubo, altrimenti finirà per uccidere il suo uomo. Si va avanti. Due ganci sinistri di Big George e Frazier è ancora giù. Al sesto atterramento, finalmente Arthur Mercante pone fino all’incubo: 275 secondi di match e George Foreman è il nuovo campione del mondo dei pesi massimi.

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