Un brutale ko scatena le polemiche. È giusto fare incontrare pro’ e dilettanti?

L’uzbeko Bakhodir Jalolov ha 25 anni, è alto 2.01 e pesa 111 chili. È professionista da un anno e mezzo con un record di 6-0, 6 ko. Vive a Brooklyn, New York, e boxa per Lou Di Bella.
Ai Mondiali dilettanti di Ekaterinburg ha affrontato nei quarti di finale lo statunitense Richard Torrez, 20 anni, alto 1.88 e con un peso attorno ai 93 chili. Un dilettante con un record di 42-4-0. Un ragazzo alle prime armi a livello elite.
Jalolov ha vinto per ko alla prima ripresa. Torrel è crollato al tappeto, è stato portato via su un telo, poggiato su una barella e trasportato d’urgenza in ospedale. Per fortuna si è ripreso.
Dovrà restare a riposo per sessanta giorni.
L’uzbeko, a Mondiali finiti, tornerà sul ring il 29 di questo mese a Tashkent. Tra i professionisti.
La domanda sorge spontanea: è giusto fare combattere un professionista contro un dilettante?
“È un atto brutale e criminale” ha postato su Twitter il presidente del World Boxing Council, Mauricio Sulaiman.

“Il professionismo alle Olimpiadi è ridicolo. Sono due sport differenti. È come se un giocatore di badminton volesse partecipare a Wimbledon” ha detto Carl Frampton. Lì dove il dilettante è il giocatore di badminton.
Su un campo da tennis puoi anche perdere 6-0 6-0 6-0, al massimo stai male una settimana per la frustrazione. Sul ring puoi perdere qualcosa di più di un match.

Patrizio Oliva è stato contrario a questa scelta fin dal primo momento.
“Vogliono dimostrare che un cubano può battere un campione del mondo dei professionisti e vanno avanti, senza pensare ai danni che possono provocare agli altri pugili. Sono illusi e ingenui, o forse soltanto incompetenti. La scelta di fare combattere i professionisti contro i dilettanti è pericolosa. Per fortuna il i ricchi campioni del mondo non hanno la minima intenzione di misurarsi alle Olimpiadi, come Rio ha dimostrato. Pensate cosa avrebbe potuto fare il Mike Tyson dei tempi d’oro tra gli attuali supermassimi. Un’arma letale, senza controllo”.

“Il pugilato è uno sport con dei rischi che vanno ridotti al minimo, non ingigantiti per scelte politiche – continua Oliva – L’AIBA continua a sbagliare, la decisione del CIO di cancellarla dall’Olimpiade di Tokyo non è bastata a cambiare la situazione. Sono sempre gli stessi e continuano a fare danni. Stavolta è andata bene, spero che in futuro questa situazione non torni a ripetersi”.
A proposito di Mike Tyson, cosa ne pensa lui di questo pasticciaccio?
“È ridicolo e sciocco che dei professionisti possano battersi con dei dilettanti”.
Stop, fine delle trasmissioni.
Non fatemi l’esempio di altri sport. A calcio, pallavolo, tennis, basket e in qualsiasi altra disciplina mista si gioca con le stesse regole. Nella boxe no. E credo che sia ora di uscire dal grande equivoco. Pensate davvero che un match tra Canelo Alvarez, Crawford, Golovkin, Lomachenko, Usyk, Leo Santa Cruz, Pacquiao, Kovalev (e mi fermo qui) e i migliori dilettanti non sarebbe un evento estremamente pericoloso?
Con le debite proporzioni, perché Jalolov non è al livello di Alvarez ma neppure Torrel è sul piano dei campioni olimpici, direi che da qualsiasi parte si esamini la questione resti sempre e comunque una bestemmia sportiva.

 

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