Il 15 febbraio 2014 il francese Rénaud Lavillenie ha stabilito il record del mondo nel salto con l’asta volando sopra l’asticella posta a 6.16 metri. L’impresa è stata realizzata a Donetsk, proprio dove il 21 febbraio 1993 Sergei Bubka aveva saltato 6.15. Ventuno anni dopo un centimetro in più per entrare nella storia.
“AirLavillenie farà il record del mondo.”
Il mio amico Marco ripeteva per la centesima volta quello che era ormai diventato una sorta di saluto tra di noi.
L’estate londinese tardava ad arrivare e l’Olimpiade era cominciata da qualche giorno.
“L’unico AirQualcosa che conosco si chiama Michael Jordan e tirava il pallone in un canestro, non cercava di volare appoggiandosi a un’asta” rispondevo con la mia inguaribile arroganza.
Poi Rénaud Lavillenie vinceva l’oro ai Giochi e anch’io mi arrendevo all’evidenza.
E’ un tipo simpatico questo giovanotto nato nel settembre dell’86 a Barbezieux-Saint-Hilaire, nella regione del Cognac.
E’ uno a cui piace l’azzardo.
Un atleta dovrebbe evitare qualsiasi rischio, proteggere il fisico da ogni pericolo. E invece lui se ne va in moto che è un piacere. Anche perché il suo sport sembra legato a doppio filo con quello delle due ruote.
Mi diceva Damon Hill, campione del mondo di Formula 1: “Tra guidare una macchina e una moto, preferisco senza alcun dubbio la seconda. In macchina è lei la protagonista, in moto sei tu che gestisci il mezzo. Senti l’aria, guidi con tutto il corpo, ogni minima sensazione è determinante per vincere o perdere una gara. Su una moto ti senti uomo sino in fondo all’anima.”
Non ho mai provato il salto con l’asta, ma penso che anche lì tu debba sentirti in perfetta sintonia con l’attrezzo per ottenere il meglio in gara.
Rénaud guida per divertimento la moto in strada, ma sconfina anche in pista. Ha disputato l’ultima 24 Ore di Le Mans e la sua squadra si è piazzata 25esima nella classifica generale, 13esima in quella di categoria. E pensare che erano partiti con l’unico obiettivo di portare a termine la corsa.
Lavillenie vola con l’asta (“Sogno di andare il più in alto possibile, ma quando sono lassù il primo pensiero è di tornare a terra senza toccare niente…”), ma ama lo sport in generale. L’estate scorsa ha provato anche il Decathlon. Non è andata male, anche se sui 400 ha avvertito le stesse sensazioni di Muhammad Ali che dopo il terzo match con Joe Frazier a Manila disse: “E’ stata la cosa più vicina alla morte che abbia affrontato nella mia vita.”
Gli ultimi cento metri del giro di pista sono stati terribili, in testa aveva un solo pensiero. Tagliare quel maledetto traguardo e non pensarci più.
Capisco. Per me “il giro della morte” è la gara più bella e drammatica dell’atletica leggera.
Lui ama l’azzardo. Condizione indispensabile per chiudere con Damien Innocencio, il tecnico che lo aveva portato all’oro olimpico.
Ora si allena con Philippe d’Encousse. E non si può dire che le cose vadano male.
-Rénaud, dove pensi di migliorare?
“Nella forza delle braccia per rendere più efficace la fase acrobatica.”
Questo è stato il primo scambio di battute tra i due.
Detto, fatto. Ma anche qui il rischio era dietro l’angolo.
Irrobustirsi, mettere su muscoli, voleva dire aumentare di peso. E questo avrebbe potuto pregiudicare la velocità, rischiando di limitarne la spinta. Il francese è sempre stato un acrobata, più che una macchina da guerra. E’ alto attorno a 1,77 e non pesa più di 70 chili. Il pericolo era grosso.
Ma i fatti dicono che la scelta non era sbagliata. Il giovanotto adesso riesce a maneggiare un’asta più lunga, meno flessibile ed è più rapido nella fase acrobatica sopra l’asticella. La velocità? Continua a correre i 100 metri in 11:03 e a volare sempre più in alto.
Tanto per non annoiarsi alterna la corsa a piedi con quella in bicicletta nella fase di preparazione. Da ottobre a dicembre 2013 ha messo assieme 700 chilometri sulle due ruote.
Il record centrato in casa Bubka viene da lontano. E ha come matrice l’amore, l’inteliggenza e la passione di un padre.
Gilles Lavillenie ha un passato da astista, 4.41 il suo personale. Finite le gare è diventato il tecnico del Cognac Athlétique Club. Quando Rénaud aveva sette anni gli ha fatto provare il salto con l’asta nel giardino di casa. Ma sempre e solo per gioco. Niente allenamenti. A casa ci si divertiva, se ci si doveva allenare si andava al campo del club. A nove anni il ragazzino già volava sopra i 2.10. Qualche tempo dopo avrebbe intrapreso lo stesso percorso anche Valentin, cinque anni più giovane del fratello e finalista ai Giochi di Londra.
“Record del mondo! 6.16 m al primo tentativo! Da non credere, sono ancora in volo”, è il messaggio spedito al mondo via Twitter.
Sabato 15 febbraio 2014 Rénaud Lavillenie è uscito dai confini dell’atletica per entrare nelle case di tutti noi (https://www.youtube.com/watch?v=mvA7AZEyciM) . Volare sopra l’asticella posta a 6.16 metri da terra deve regalare una sensazione fantastica. Farlo in casa di chi il record lo aveva tenuto negli ultimi 21 anni ha reso il tutto assai simile a una favola.
Il giovanotto è un uomo dal fisico normale, ma adesso nessuno di noi può fare a meno di chiamarlo con il soprannome che apparteneva a un grande del basket. Marco aveva ragione. Rénaud AirLavillenie ha fatto il record del mondo.
Ma non chiedetegli di brindare a Cognac, è quasi astemio.



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