Ringrazio Terence Crawford. Ancora una volta ha portato la sua arte sul ring, e ha mostrato al mondo il lato affascinante di uno sport che può essere crudele, drammatico, violento. Ma anche ricco di passione pura.
Saul Canelo Alvarez, a mio avviso, è stato dominato assai più di quanto non dicano i tre cartellini. Ha subito, molto. Ha replicato, poco. Crawford era un fantasma che lui non riusciva a vedere. Era qui, era lì, era ovunque.
Terence è bravo in difesa, è bravo in attacco. È veloce di braccia, danza con classe sul ring per poi piantarsi piedi a terra e tirare colpi che lasciano il segno.
Una fase dell’ultima ripresa potrebbe essere il trailer dell’intero match. Canelo, a tratti deluso di sé stesso e incapace di trovare una strada vincente, spara un diretto destro all’apparenza devastante, Crawford si sposta di pochi centimetri con tronco e testa ed evita il pugno, per poi rientrare con un gancio sinistro che fa girare Alvarez su sé stesso.
Il fuoriclasse di Omaha ha scelta di tempo e trova la misura giusta per sviluppare le due fasi. Attacco e difesa. Porta da maestro ganci e montanti. E, quando serve, anche il diretto è efficace.
Boxa molto bene dalla media distanza, ma anche da vicino è un fenomeno. Usa indifferentemente destro e sinistro per andare a colpire, a far male.
Canelo ha boxato più di orgoglio che di sostanza. Nel finale, consapevole di quanto stesse accadendo, ha cercato la soluzione di forza. Non c’è riuscito ed ha rischiato di farsi del male.
Per quattro round si è avvertita nell’aria un’atmosfera di cose sospese. I due si sono rispettati, hanno aspettato di capire fino in fondo, come solo sul ring si può capire, chi fosse realmente l’uomo che si trovavano davanti. Poi è cominciato il match. E ha avuto quasi esclusivamente un solo padrone. Il più forte, il più bravo.
Terence Crawford ha raccontato al mondo perché lui è uno dei più grandi pugili in circolazione. E l’ha fatto contro un avversario forte, tosto e determinato come Saul Canelo Alvarez. Onore al fenomeno del Nebraska, tornato uomo di questo pianeta solo dopo il verdetto. Quando un pianto liberatorio gli ha definitivamente tolto dalle spalle la pressione accumulata nella vigilia.
Non certo sul ring di Las Vegas.

SUPERMEDI (Mondiale Wbc, Wbo, Ibf) Terecne Crawford (42-0, 31 ko) b Saul Alvarez (63-3-2) p. 12. I cartellini: Tim Cheatam 115-113, Max DeLuca 115-113, Steve Weisfeld 115-112. Arbitro: Thomas Taylor.



Lascia un commento