Torrez jr batte Vianello, gli impone il suo pugilato, lo domina. Il romano delude

I bookmaker raramente sbagliano.
È andata come loro avevano previsto, Richard Torrez jr ha dominato il match. Ha costretto Guido Vianello a subire la sua boxe, fatta di aggressività, di ganci dalla corta distanza, di ritmo e voglia di sfruttare al massimo ogni attimo dell’incontro.
Il romano ha fatto tre passi indietro in questo combattimento, è tornato il pugile impacciato, lento, senza energie dell’approccio al professionismo. 
La boxe è una questione di ritmo. Devi trovare il tempo e la distanza giusta per portare a casa il successo. Guido c’è riuscito in due sole riprese, quinta e settima. Il resto del combattimento l’ha lasciato nelle mani dell’americano. Pigro, lento, scarico dal punto di vista mentale. Così mi è sembrato Vianello in questa brutta alba per il pugilato italiano. Il sinistro, sia di difesa che di attacco, è partito assai raramente. Il destro che avrebbe dovuto fare la differenza non si è quasi mai visto.
L’altro ha fatto quello che ci aspettavamo. In attacco per gran parte del match, senza lampi di classe. Solo determinazione e freschezza atletica. Gli sono bastate per dominare la sfida.
Contro Ajagba e Mackmudov avevo visto un Vianello in grandi condizioni, migliorato sia sul piano tecnico che su quello tattico. Uno che credevo potesse portare a casa, abbastanza agevolmente, la vittoria contro un rivale di medio livello. Mi sbagliavo, capita. Ma sono convinto che non sia stato Torrez jr a sorprendere, l’imbarazzo è arrivato tutto dal comportamento dell’italiano.
Qualcosa credo abbia cededuto nel suo approccio al match. In dieci round non ha mai dato l’impressione di potere ribaltare una sfida che è stata a senso unico. Un sinistro saettante e preciso, un destro veloce a seguirlo. Il più classico degli uno-due gli sarebbe bastato per vincere. Il montante avrebbe potuto essere la ciliegina sulla torta. Non ho (quasi mai) visto niente di tutto questo.
Onore a Torrez jr che ha boxato al massimo del suo livello. Nonostante questo, non mi è sembrato un fulmine di guerra. Ma ha dominato il ring. Ha fatto per dieci round la sua boxe, quella che predilige. Attacco, attacco, attacco. E quando si è fermato ad aspettare, a riprendere fiato, è riuscito ad essere ancora padrone dell’incontro nonostante stazza e colpi (ipoteticamente) non avrebbero dovuto consentirglielo.
Una delusione. Non ho visto nulla del Vianello degli ultimi due match. Sul ring c’era un pugile timido, poco deciso, incapace di mettere in pratica il suo pugilato.
Nella nottataccia ci si è messo anche Thomas Taylor, l’arbitro. Ha richiamato ufficialmente (per trattenute) il romano dopo cinque minuti, gli ha fatto capire che boxava fuori casa, che nulla gli sarebbe stato concesso. Non ha mai ammonito, verbalmente, Torrez jr per quel suo attaccare a testa bassa. Sono comunque convinto che non abbia assolutamente influito sull’esito del combattimento. Non ne facciamo uso per macchiare il meritato successo del dominatore di questa sfida.
Guido Vianello ha perso perché è stato inferiore.
Richard Torrez ha vinto perché è stato più bravo. 
L’augurio per lo statunitense è quello di migliorare nei prossimi match, perché se il suo apice è questo, ci sarà poco spazio per lui nel grande mondo dei pesi massimi.
A 30 anni Vianello subisce la peggiore sconfitta in carriera. Solo lui e chi lo amministra sanno cosa chiedere al futuro.
I cartellini (successo con verdetto unanime per Richard Torrez jr): Tim Cheatham 97-92, Max De Luca 98-91, Steve Weisfeld 98-91.
Io avevo 98-91.


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