De Carolis risponde alle critiche e parla di come gestirà la nazionale

Giovanni De Carolis, come ti senti nelle vesti di nuovo Direttore Tecnico della nazionale italiana?
“È un grande onore e una grande responsabilità. Sono felice di trovarmi in questo ruolo. Sarà un compito molto difficile, è una sfida che mi esalta.”
La Nazionale arriva da risultati disastrosi alle Olimpiadi. Nessun uomo qualificato a Tokyo 2020, un solo match vinto a Parigi 2024. 
“Quando ho ricevuto la proposta, mi sono visto passare davanti tutte le volte che mi chiamavano a combattere all’estero, anche se avevo tante sconfitte. Il motivo per cui volevo provarci era lo stesso che mi ha spinto ad accettare il nuovo incarico. Lo so che è difficile, ma so anche che ci sono i presupposti per fare bene. Voglio provare a cambiare le cose. L’ho fatto da pugile, voglio farlo anche da Direttore Tecnico.”
È stato detto che non hai esperienza come maestro. Cosa rispondi?
“Ho preso il patentino di aspirante tecnico a gennaio del 2010. Ho portato i ragazzi del paese dove abitavo, a Mazzano Romano, a vincere i campionati italiani junior, i regionali schoolboys, gli interregionali, un Guanto d’oro. Due ragazzi nati e cresciuti con me sono diventati professionisti. E nello stesso tempo facevo la mia attività di pugile professionista. Mi sono specializzato studiando, prendendo attestati, lavorando tutto il giorno. Alzavo la serranda e la chiudevo. Poi ho trasferito la palestra a una decina di chilometri, con quattro insegnanti. Andavo all’angolo con i miei maestri. Nel 2016 mi hanno dato il Collare d’Oro, massima onorificenza sportiva. Sono entrato di diritto nell’albo dei formatori. Ho cominciato a fare i corsi per i tecnici di secondo livello, ho studiato metodologia per l’allenamento dei pugili pro. Sono 15 anni che faccio questo lavoro. Ho gestito una squadra di specialisti. Preparatori atletici e fisioterapisti. Mi occupo di economia, sponsorizzazioni, comunicazione. Ho messo assieme un’esperienza che mi aiuterà nel ruolo di Direttore Tecnico della Nazionale.” 
La seconda accusa riguarda un potenziale conflitto di interessi.
“Diverse volte ho organizzato eventi dilettantisti e pro. Trovavo delle sponsorizzazioni da parti di aziende o del comune. Nel 2023 ho aperto la De Carolis Promotion perché volevo gestirmi in maniera indipendente, e allo stesso tempo dare ad altri pugili la possibilità di lavorare con maggiori garanzie. In questa società sono socio assieme all’organizzatore Angelo Sireni e all’altro socio Rolando Frascaro. Lo Statuto della FPI non prevede che il socio di una società organizzatrice non possa far parte del Consiglio Federale. E poi, ogni delibera è pubblica. Nel momento in cui una società percepisce dei soldi, li prende nel rispetto di una graduatoria di meriti e dopo approvazione del Consiglio Federale. Se le operazioni sono trasparenti, dove è il conflitto di interessi? Evidentemente la voce nasce per screditare.”
Quale pensi sia il compito principale dello staff tecnico della nazionale?
“Non è quello di fare pugili, ma di gestire i pugili che dei bravi maestri ci mettono a disposizione. Non dobbiamo insegnare a boxare. Dobbiamo dare esperienza e appoggio gestionale, che una società privata non potrebbe permettersi dal punto di vista economico. Soldi, logistica, programmazione li offre la Nazionale. Non esiste una squadra fatta, ma una squadra in continua evoluzione in cui vengono convocati, e scelti per i tornei, i migliori di quel momento. I giovani devono crescere e quelli esperti devono portare risultati. Sarà un lavoro lungo, molto lungo.”
A Parigi ‘24, la nota dolente è stata la condizione fisica con cui la squadra è salita sul ring. Sono tutti calati dopo poco più di un round. Sei sicuro di potere migliore in fretta questo aspetto?
“Dal punto di vista atletico sono maniacale, non lascio niente al caso. Sono molto esigente. Ho già fatto fare alcune valutazioni. Dal punto di vista nutrizionale a quello fisioterapeutico. Abbiamo analizzato la metodologia dei protocolli. Abbiamo fatto un check dal punto di vista atletico. La scienza dello sport ci porta ad avere dei precisi numeri di riferimento, la fisicità deve supportare la tecnica. L’atleta deve avere quei numeri. Altrimenti ha sbagliato preparazione, con noi non accadrà. Credo nel lavoro e sono circondato dai migliori. Nella boxe l’aspetto tecnico è determinante. Ma anche se tu fossi Muhammad Ali, se dopo un minuto non ce la fai più tutto il tuo talento finirebbe nel nulla. Se non ti alleni bene, non andrai ai tornei.”
Santa Maria degli Angeli non sarà più il luogo deputato ad ospitare tutti i ritiri? 
“Ci stiamo attrezzando. Stiamo cercando di fare sì che ogni sede potenziale sia in grado di ospitarci. Siamo partiti con il primo ritiro nella città militare della Cecchignola, lavoreremo anche a Caivano, per poi tornare ad Assisi. Non sarà una squadra itinerante, ma una nazionale presente sul campo.”
L’incertezza sulla presenza del pugilato ai Giochi di Los Angeles 2028, crea qualche problema?
“No. Da pugile ho sempre avuto come obiettivo quello di fare il massimo con le carte che avevo a disposizione. L’incertezza sull’Olimpiade non è il primo problema. Il primo problema è spingere con i ragazzi domani mattina, e poi farlo di nuovo ogni mattina.”
Aziz Abbes Mouhiidine e Irma Testa sono state le punte dell’ultima Nazionale. Passeranno professionisti o resteranno dilettanti?
“Sono in una fase transitoria, non entro nel merito delle loro decisioni. La mia nazionale punterà sulla squadra, un vecchio saggio mi ha detto “non è bravo il maestro che fa il campione, ma quello che ha dieci pugili e li porta tutti a rendere al massimo delle proprie possibilità”. Voglio portare ai tornei una squadra affiatata, dove ovviamente ci saranno quelli più bravi e quelli meno bravi. Non punteremo sui singoli elementi, punteremo sulla squadra italiana.”
In bocca al lupo, ne hai bisogno.
“Più mi dicono che è complicato e più sono contento. In fondo è la storia della mia vita. Ho aperto la prima palestra, e loro a dire: hai aperto in un paese di tremila abitanti, non verrà nessuno. Era sempre piena, venivano da Roma. Guarda, contro quello perderai sicuro, è troppo forte. E io vincevo. Ti danno sfavorito 8/1, lascia perdere. E io andavo. Se avessi dato retta a qualcuno di questi consiglieri, avrei fatto la metà della metà della metà di quello che sono riuscito a fare.”


Una replica a “De Carolis risponde alle critiche e parla di come gestirà la nazionale”

  1. Avatar Amato
    Amato

    da quello che ha detto si capisce che il signor de Carolis sa fare il suo mestiere,sono sicuro che avrà risultati.grande Giovanni

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