
Una serie nata per ricordare alcuni compagni di viaggio. Giornalisti, amici. Le storie sono state (quasi) tutte scritte nel giorno in cui se ne sono andati via per sempre.
Nell’illusione di vivere ancora qualche momento assieme.
4 gennaio 2018
Questa è una lettera spedita in ritardo.
Il mio amico se ne è andato via per sempre il 31 dicembre del 2017 e io scrivo solo oggi. Ho letto su Facebook un post di Alessandro Filippini, scuola Gazzetta dello Sport, e mi sono sentito in colpa. Ci hai lasciati l’ultimo dell’anno e io ho aspettato quattro giorni per mandarti un messaggio. Sarà perché sei sempre presente nella mia testa, al punto che a volte mi viene voglia di chiamarti e solo in quel momento realizzo che non posso farlo più. Eccomi qui, reo confesso. E pentito. Spero mi perdonerai, amico mio.
Hanno scritto tanto su di te. Ho letto tutto e mi sono detto: li hai stesi. Hanno detto solo belle cose, nessuno ha osato scrivere una parola che non fosse vera. Non c’è stato capoverso che non fosse sincero. Niente retorica o ipocrisia, solo ritratti che ti ricordavano così come eri, caro Daniele Redaelli. Un tipo pacioso e focoso, ti ho sempre invidiato quella capacità di ascoltare e di rispondere poi a tono. Eri l’interlocutore perfetto. Mi facevi venire voglia di chiamarti ogni volta che avevo dentro una domanda a cui non riuscivo a dare una risposta. Eri uno specialista nella soluzione dei problemi.
Negli ultimi tempi ci siamo sentiti spesso al telefono.
Siamo stati compagni in più di una trasferta e colleghi nella progettazione, assieme a Gianfranco Colasante ex Coni, del Museo della Boxe che è stato aperto il 24 febbraio scorso a Santa Maria degli Angeli. Amavi il pugilato, ma soprattutto amavi i pugili. Lo vedevo quando gli parlavi, li guardavi con gli occhi del papà. Ti sembravano tutti bravi, anche i più scarsi.
Sul giornale però non facevi sconti.
Davi ai protagonisti dello sport quello che meritavano.
Agli amici invece, davi sempre più di quanto loro non dessero a te.
E come un boomerang quel testimone è tornato a casa. Ho letto cose bellissime in tua memoria. Ed erano tutte vere.
Avevi 65 anni, quaranta dei quali trascorsi alla Gazzetta dello Sport. Mi sarebbe piaciuto lavorare in quella redazione di sport vari che hai amministrato a lungo con professionalità e umanità. Ne ho avuto testimonianza da colleghi, ne ho avuto conferma da un grande amico comune, un signor professionista come si usa dire: Riccardo Romani. Nella dedica per il libro su Monzon, che abbiamo scritto insieme, lui ti ha ricordato così: “A nonno Mariano che mi ha fatto incontrare la boxe, all’amico Daniele che me l’ha fatta amare.”
E quando quel libro l’abbiamo presentato a Forlì, con Flavio Dell’Amore come relatore e in sala anche la mitica Simona Galassi, tu hai fatto un’incursione a sorpresa.
“Dario ci sarò, ma non dirlo a Riccardo. Voglio vedere come ci rimane.”
E Riccardo c’è rimasto benissimo, ha fatto fatica a trattenere le lacrime.
Sei arrivato da Milano, hai assistito alla presentazione e sei ripartito per Milano. Seicento chilometri tra andata e ritorno, la metà dei quali nel buio della notte assieme al collega Gian Luca Pasini.
Eri fatto così, la gioia di un amico era anche la tua.
Solo ritratti sinceri per te, non meritavi né retorica né ipocrisia.
Così è stato.
Li hai stesi Daniele.
Nessuno ha osato dire su di te una parola che non fosse vera.
Ed erano tutte belle.
- Teodoro Teo Betti (25 agosto 2024).
- Roberto Perrone (1 settembre 2024)
- Mario Sconcerti (8 settembre 2024)
- Daniele Redaelli (15 settembre 2024)
Prossima puntata 22 settembre 2024

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