Angela insegue un sogno, l’altra è solo un ostacolo da superare


Imane Khelif, l’avversaria di Angela Carini negli ottavi di finale dei 66 kg, si è allenata nel Centro Nazionale di Santa Maria degli Angeli. Un paio di mesi fa ha fatto sparring con le azzurre. Non è in possesso di una grande tecnica, ma è dotata di notevole potenza. Alta 1.79, fatica a tenersi nei limiti della categoria. Ha esordito da professionista nel novembre dello scorso anno a Singapore, match previsto sulle sei riprese. Ha sconfitto per kot 3 la thailandese Suwanun Antonai. Ha 25 anni, ha cominciato tardi a boxare. L’Olimpiade di Rio 2016 ha fatto scoccare la scintilla. Per allenarsi doveva fare 20 km al giorno su un autobus, per pagarsi il biglietto vendeva metalli da riciclare. La mamma l’aiutava come poteva, togliendo qualche soldo dai ricavi della sua attività di venditrice di cous cous.
Della squalifica per alti livelli di testosterone ai Mondiali di New Delhi ha detto: “È una congiura contro l’Algeria”.
Angela Carini tutte queste cose le sa. Era anche lei in ritiro nel Centro umbro nei giorni in cui Imane si allenava lì. L’ha vista boxare. Sa che può vincere. Credo che l’ostacolo sia più l’approccio al match che la caratura pugilistica della rivale.
Angela ha una fortissima motivazione. 
Era a Tokyo 2020. Era arrivata in Giappone con una missione da portare a termine. In quella avventura aveva una promessa da rispettare, doveva tornare nella casa di Afragola con una medaglia al collo. 

Le era però capitata una delle clienti più scomode. Si era trovata davanti, Nien-Chin Chen 24enne di Taipei, numero 3 del mondo. Angela era forte, poteva affrontare qualsiasi rivale sperando di vincere. Ma come primo match, avrebbe potuto essere più fortunata.


Guerriera coraggiosa, a mezza via tra una tigre e una principessa. Lottava con tenacia, aveva colpi e movimenti tecnici per esaltare ed esaltarsi. Il dolore che si portava dentro poteva essere una spinta o un freno in ogni momento. 
Penso che la pena che aveva per il papà, aggravatosi proprio alla vigilia della partenza per Tokyo, fosse superiore a qualsiasi altra cosa. Angela aveva messo in dubbio la sua partecipazione, si era chiesta se fosse giusto combattere in un’Olimpiade quando a casa la persona a cui voleva più bene al mondo stava soffrendo. 
A togliere ogni perplessità ci aveva pensato lui, il papà ferito in servizio, Peppe, che anche se su una sedia a rotelle non aveva mai perso la fermezza e il rispetto che la divisa da poliziotto imponeva. Era stato chiaro.


“Io sono qui, e più tu combatterai forte, più il mio cuore riprenderà a battere. Più tu rallenterai, più il mio cuore rallenterà. Porta quella medaglia a casa”.

Ma l’Olimpiade non è un film di Frank Capra. Il sogno appena nato, era subito finito.
Angela Carini non ce l’aveva fatta. 
Nel suo bagaglio tecnico nasconde le qualità per prendersi una grande soddisfazione. Avrebbe voluto farlo a Tokyo, nell’anno di grazia 2021 e nel mese di luglio, per regalare un momento di felicità al papà gravemente malato.

L’avventura è adesso arrivata al secondo capitolo. È a Parigi ‘24 per giocarsi il futuro. Giuseppe Carini, per tutti Peppe, non c’è più. Se ne è andato via per sempre nel luglio del 2021. Angela insegue un regalo speciale. Non tanto per lei, ma per qualcuno a cui vuole un bene infinito.

E Imane Khelif? 
È solo un’altra avversaria da battere.

Peso: 66 kg
Ottavi di finale (probabile orario di inizio 12:20 di giovedì 1 agosto)
Angela Carini vs Imane Khelif (Algeria)
L’azzurra ha vinto l’argento ai Mondiali 2019 nei superleggeri. Argento Europei 2019. Sette volte campionessa italiana. L’algerina argento nei 63,5 ai Mondiali 2022. Oro ai Giochi Africani 2022.
Prossimo turno: la vincente contro la vincente di Larissa Wiliammson (Aus) vs Anna Luca Hamori (Ung) il 3 agosto nella sessione pomeridiana.

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