
La ragazza ha 25 anni e una vita difficile alle spalle. È nata in Camerun dove la sezione 347-1 del codice penale prevede per chi è come Cindy Ngamba una pena da sei mesi a cinque anni di detenzione, più una multa che va da 20.000 a 2000.000 franchi. Perché in Camerun l’omosessualità è considerata un reato.
A 13 anni, assieme a uno zio e al padre, Cindy è scappata dal suo Paese e si è rifugiata a Bristol, in Gran Bretagna.
Un passo alla volta.
Al momento di iscriversi al College, di anni ne aveva 16, ha scoperto di non avere il Visto, né il passaporto.
Ha rischiato di essere rispedita nel suo Paese.
A 21 anni è stata arrestata assieme a suo fratello Kennet e chiusa in un centro di detenzione a Londra. Pensava, terrorizzata, che sarebbe stata deportata in Camerun e avrebbe pagato duramente la sua giusta scelta di cercare la libertà altrove.
Ventiquattro ore dopo è tornata a casa, a Bristol.
Per tenersi in contatto con la vita e allontanare le paure, boxava.
Un passo alla volta.
Oggi pratica il pugilato con successo. Ha vinto per tre volte, in tre differenti categorie di peso, il titolo nazionale inglese. Prima di lei, solo Natasha Jones era riuscita a tanto. Sognava di partecipare all’Olimpiade di Parisi 2024, sognava di indossare la maglietta della squadra britannica.
Sognava.
Il passaporto però non arrivava, la legalizzazione della sua posizione come cittadina britannica neppure.
E la paura era sempre lì, a farle compagnia. Si vedeva in manette, messa sul primo volo per Yaoundé. Atterrare e ritrovarsi in prigione.
Il reato? Cindy Ngamba è gay.
Ho capito, ma il reato quale è?
L’omosessualità in Camerun è un reato grave.
Cindy ha lottato sul ring e nella vita.
Un passo alla volta.
Nella squadra britannica ha trovato una seconda famiglia. L’hanno capita, aiutata. Non l’hanno certo bullizzata come le accadeva da ragazzina quando la deridevano per il suo fisico robusto.
E alla fine ce l’ha fatta. Non esattamente come sognava, ma ce l’ha fatta.
Cindy Ngamba parteciperà ai Giochi di Parigi 24. Ha conquistato la qualificazione al torneo di Busto Arsizio, nel marzo scorso nei 75 kg (pesi medi) battendo la statunitense Naomi Graham ai punti (5-0), la coreana Seong Suyeon per kot 2 e la kazaka Valentina Khalzova per kot 3.
Gareggerà con la maglietta della Squadra dei Rifugiati.
Un passo alla volta.
Ce l’ha fatta.

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