
Deontay Wilder per dieci anni è stato un pugile felice, poi l’1° dicembre 2018 ha affrontato Tyson Fury e ha capito che la felicità non gli apparteneva più. Era imbattuto, era salito sul ring quaranta volte e aveva sempre vinto. In 39 occasioni per ko. Perché, come amava ripetere, agli altri servivano dodici riprese a lui bastavano due secondi. Il tempo di piazzare il diretto destro e il sipario calava. Il knock out chiudeva la rappresentazione. Lui alzava le braccia al cielo, l’altro faticava a tirarsi su.
È durata abbastanza, poi è arrivato Tyson Fury (un pari e due vittorie) e gli ha dato la scossa. Lui è precipitato giù. Tre sconfitte negli ultimi quattro match, due per ko.
L’ultima apparizione, anche questa a Riyadh, è stata un disastro.
Il destro, l’arma letale che lo aveva assistito per gran parte della carriera, è rimasto nel deposito delle buone intenzioni. Per dieci volte ha provato a portarlo, in nove occasioni ha colpito solo l’aria. Il decimo è stato poco più che uno schiaffo.
Deontay Wilder è apparso l’ombra di sé stesso. Un pugile senza anima né vigore. Incerto, impreciso, non ha mai trovato la giusta misura. I noti limiti tecnici sono stati esaltati nel momento stesso in cui è venuta a mancare la risorsa madre, quella a cui poteva affidarsi anche nelle situazioni più disperate.
Joseph Parker lo ha dominato, gli ha lasciato le briciole.
Il pugile che ho visto il 23 dicembre scorso mi è sembrato l’ombra di un campione. Adesso ci riprova. Fa il co-protagonista in una sfida tra sconfitti.
Parker ha picchiato lui e ha vinto contro Zhiley Zhang, che gli ha comunque inflitto due knock down. Se l’è giocata. Il cinese è un pugile enorme (132 kg per 1.98 di altezza), sa come sfruttare la sua mole (26-2-1, 21 ko). È mancino, ama boxare negli spazi stretti. Il suo sinistro quando va a segno fa male. Anche lui non ha una tecnica apprezzabile, ma soprattutto ha un difetto che potrebbe rivelarsi fatale. Fatica negli spostamenti laterali, troppo spesso finisce si offre come un obiettivo fisso. L’ideale per il destro di Wilder.
Ho tanto la sensazione che sia una sfida tra ex.
Zhang ha 41 anni, Wilder 38. Hanno già il meglio dietro le spalle. Forse si tratterà solo di vedere chi riuscirà ad arrivare a segno per primo, la potenza (dicono) è l’ultima ad andare via.
Credo che Wilder per mantenere qualche possibilità di vittoria dovrà risolvere la storia nelle prime riprese, poi potrebbe andare in affanno e le cose finirebbero con il complicarsi ancora di più.
I bookmaker danno favorito Zhang (1/1.5), Wilder è l’underdog (1.2/1).
Match equilibrato. Chiunque vinca, non credo possa sperare di arrivare ai vertici della categoria.

Lascia un commento