Fury vs Usyk. Incontro incerto, britannico favorito. Grande sfida

Fury (34-0-1, 24 ko) e Usyk (21-0, 14 ko), un match per diventare il re dei massimi

Tyson Fury vs Oleksandr Usyk.
Sabato 18 maggio la grande sfida tra i due migliori pesi massimi di oggi nella notte di Riyadh. Il vincitore avrà il diritto di chiamarsi campione del mondo. Perché sarà l’unico detentore del titolo, perché sarà il primo a meritare questo privilegio da quando ci sono quattro Enti a gestire la boxe.
Due cacciatori che inseguono la preda.
Uno strano combattimento, una notevole differenza fisica tra i due. Fury è più alto di 15 centimetri, ha un allungo superiore di 18 cm e probabilmente salirà sul ring con venti chili in più di Usyk. 
E il britannico è uno che sa far valere questa dote naturale.
Ma bisogna anche dire che finora non si è mai trovato davanti a un rivale come l’ucraino. Perché
Usyk è un pugile in continuo movimento, non offre mai un bersaglio fisso. Oscillamenti sul tronco, ottimo footwork che da noi si dice gioco di gambe. Entra e esce dall’azione, favorito da una notevole velocità di braccia e dalla potenza del suo destro che usa sia come arma di attacco che come colpo per trovare la giusta distanza. Usyk è un destrorso allenato, come molti rappresentanti dell’Est Europa, per boxare in guardia falsa. Fa dunque male sia con il destro che con il sinistro. Non sembra avere pugni devastanti, ma è la quantità di colpi che porta a generare il ko. La resistenza fisica lo aiuta a produrre una pressione costante che spesso, anzi sempre, ha generato risultati positivi.
Ma da peso massimo non ha mai incontrato uno che lo sovrasti come Tyson Fury.
Cinque i match in questa categoria, quattro volte (Chazz Whiterspoon, due volte Anthony Joshua e Dereck Chisora) è andato ai punti. Contro Daniel Dubois ha vinto per ko, dopo avere dato vita a un momento che è stato al centro di mille polemiche nei giorni a seguire il match. Un colpo al corpo tirato dal rivale lo ha centrato e lo ha mandato al tappeto. Era un colpo basso, ha detto l’arbitro. Il replay ha mostrato che quel colpo è arrivato sulla cintura o appena sotto. 
Usyk ha dunque le carte in regola per vincere.
Tyson Fury non ha avuto rivali esaltanti negli ultimi cinque anni e mezzo. L’avversario più pericoloso in questa fase è stato Deontay Wilder nel primo match, 1 dicembre 2018. Il texano lo ha anche messo giù nel finale di incontro. Un knock down che sembrava destinato a trasformarsi in knock out per la violenza e la precisione del colpo. Ma Fury si è rialzato e ha chiuso in parità la sfida. Poi ha incontrato Tom Schwarz, Otto Wallin, altre due volte Wilder, che non è più stato all’altezza del primo combattimento, Dillian Whyte, un imbarazzante Chisora e Francis Ngannaou, l’unico che sia riuscito a chiudere in piedi. Fury in quell’occasione si è presentato non allenato, pesante, totalmente fuori condizione e poco motivato.
Molti gli elementi negativi in questa parte della storia. Stavolta non penso che sul ring rivedremo lo stesso pugile che lo scorso ottobre ha affrontato l’ex re della MMA. Sarà motivato, orgoglioso e determinato. E allora potrebbe essere lui l’uomo vincente. Perché questo colosso ha fisico, potenza e tecnica.
Sul piano fisico parte avvantaggiato, sono i numeri che abbiamo già detto a confermarlo.
Per quanto riguarda la potenza i risultati finora ottenuti parlano in suo favore, 24 ko su 34 match vinti (70,58%).
Usyk è fermo al 20% nella categoria dei pesi massimi, 1 ko su 5 incontri vinti.
Sulla tecnica qualche dubbio su chi sia il migliore resta. Direi che è in vantaggio Usyk, ma non dimentichiamo che anche Fury porta bene i tre colpi base e lo fa con sufficiente velocità.
Spero sia un grande match.
Se non ci saranno sorprese sul piano della condizione, credo che Tyson Fury sia il favorito (60/40).
Chiunque alzerà le mani al cielo, sarà un degno campione del mondo.
Le frasi.
Tyson Fury: Questa è l’era di Ettore e Achille. C’erano grandi combattenti a quel tempo, i migliori erano Ettore e Achille. Questo match è tutto. Questo match dirà chi è Ettore e chi è Achille. Credo che Achille sia io.
Oleksandr Usyk: Le dimensioni non contano. Se le dimensioni contassero, il re degli animali sarebbe l’elefante.

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