Sinner raccontato dal coach, i numeri delle sue incredibili magie

Jannik Sinner, 22 anni, è nuovo numero 2 del mondo

Il tennis è come il pugilato. Ogni tennista, prima o poi, si paragona a un pugile, perché il tennis è boxe senza contatto. È uno sport violento, uno contro l’altro, e la scelta è brutalmente semplice quanto sul ring. Uccidere o essere uccisi. Sconfiggere o essere sconfitti. Solo che nel tennis le batoste sono più sotto pelle. (Andre Agassi)

Darren Cahill e Simone Vagnozzi sono i maestri di Jannik Sinner. Ieri, in un incontro con i giornalisti, dopo il successo dell’italiano nel Master 1000 di Miami contro Grigor Dimitrov (6-3 6-1), il tecnico australiano ha fatto un’interessante analisi del momento che sta attraversando il 22enne tennista, da oggi numero 2 del mondo.

Primo nella Race per le ATP Finals di Torino, secondo nella classifica ATP

Jannik sta giocando alla grande, quello che ha saputo fare in finale è stato fantastico. Ma può migliorare. Parlo di un’evoluzione naturale. Diventi più grande, più forte, più veloce e più intelligente. Alla fine tutte queste componenti cominceranno a entrare nel tuo gioco. Abbiamo lavorato per migliorare il servizio, il gioco di transizione, il rovescio in slice, la direzione del dritto e la risposta al servizio. Può affrontare il gioco di qualsiasi avversario. Appartiene a una generazione che ha visto quella precedente spingere per migliorarsi, non importa quale fosse l’età.

I numeri dicono meglio delle parole cosa sia stato capace di fare

Bisogna comunque riconoscere che sta giocando un tennis fantastico.
Rispetta tutti, ma non teme nessuno. È sempre pronto a dare il massimo. Fa tesoro delle vittorie. Sa di essere un privilegiato. Pratica lo sport che ama e può farlo al massimo livello. Apprezza ogni singolo momento, ma ha anche i piedi per terra. Sa che è solo uno sport, una partita di tennis. È un professionista serio, ma è anche capace di divertirsi, come è normale per un ragazzo di 22 anni. C’è molto da imparare sia da lui che da Carlos (Alcaraz). Sono molto simili per tanti versi. Penso che in questo momento il tennis sia in ottime mani con artisti del calibro di questi due, dopo avere avuto la fortuna di assistere all’esibizione di grandissimi campioni negli ultimi venti anni. È davvero importante che nello sport emergano personaggi positivi.


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