Magnesi, drammatica sconfitta. Una notte di paura, arbitro disastroso

Il match ha lasciato, credo dentro tutti noi, una grande angoscia nell’anima.
Un finale drammatico, gestito in modo clamorosamente sbagliato da un arbitro dell’esperienza di Hector Afu. Non so proprio perché il panamense abbia aspettato così a lungo, perché abbia costretto Michael Magnesi a subire così tanti colpi senza più avere nei muscoli del collo e delle spalle la forza per opporre anche un minimo di resistenza.
Ho urlato davanti al televisore. 
Fermalo!
Michael Magnesi senza più avere più la forza di difendersi, è stato travolto da una serie che sembrava infinita da parte di Rikiishi. Era sulle corde, non per scelta ma perché ce lo avevano spinto i colpi del giapponese. Una lunga serie di colpi subiti, le gambe che non lo reggevano più, le braccia basse, lo sguardo inquietante.
E Afu, lì a un passo, che non si decideva a fermare il match.
Fermalo!
Il giapponese lo colpiva con ganci e diretti. Magnesi non reagiva, non poteva reagire.
Fermalo!
Finalmente il panamense si decideva.
Brutto, brutto finale di combattimento.
Brutto per una gestione incomprensibile da parte dell’arbitro.
Brutto perché vedere un italiano travolto in quel modo fa sempre male.
Brutto perché per lunghissima parte del match Magnesi era stato più bravo. Era parso trasformato rispetto al recente passato. Più attento nell’approccio. Oscillamenti sul tronco e la ricerca di una traiettoria esterna fuori dal lungo sinistro dello sfidante, gli consentivano di avvicinarsi rischiando meno del solito.
E da vicino non commetteva l’errore di sempre, non finiva per lanciarsi addosso all’avversario privandosi della possibilità di avere spazio per colpire.
Un Magnesi quasi perfetto.
Ancora decisamente avanti quando mancavano tre soli round alla fine.
All’angolo il maestro Aglioti gli urlava tre fondamentali consigli.
Non rischiare!
Alza le mani!
E soprattutto, non scambiare!
Ma non è bastato. Magnesi ha perso il match in uno scambio prolungato nella decima ripresa. Una sorta di scazzottata da Far West. L’altro aveva probabilmente più risorse, era più lucido. Colpiva con maggiore precisione. Scuoteva il campione, gli succhiava ogni energia, lo privava di qualsiasi resistenza.
Ma mancavano due soli round alla fine.
NON RISCHIARE!
ALZA LE MANI!
E SOPRATTUTTO NON SCAMBIARE!
Stavolta era un grido disperato quello di Aglioti. 
Il problema era che probabilmente Michael non aveva più le risorse per assecondare con il corpo quello che la sua mente ordinava. Così è finita che è ancora calato, ha preso altri colpi.
Sino al disastroso finale.
Il kot è stato decretato quando mancavano 26 secondi alla conclusione dell’incontro.
Non si può non fermare per tempo un match in cui un pugile colpisce un avversario incapace di difendersi. Una difesa passiva palese, un bersaglio senza alcuna possibilità di sfuggire alla punizione.
No, stavolta Hector Afu, arbitro che ha diretto a grandi livelli, ha avuto una notte decisamente negativa. E nel pugilato non si tratta di non vedere un fuorigioco o di convalidare un gol di mano. Si tratta di non bloccare il pugno di un pugile che continua a centrare con facilità estrema un uomo che non può più opporre la minima resistenza.
Un’altra notte di paura.
Sono troppo anziano per sopportare ancora.

RISULTATO – Superpiuma (mondiale WBC Silver) Masanori Rikiishi (15-1-0, 10 ko; kg 58,700) b Michael Magnesi (23-3-0, 13 ko; kg 58,300) kot a 2:34 della dodicesima ripresa. Arbitro: Hector Afu (Panama); giudici: Fabian Guggenheim (Svizzera), Daniel Van de Wiele (Belgio), Steve Mertz (Germania). Supervisore: Mauro Betti (Italia)


Lascia un commento