
Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica di aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare. (Igor Ivanovic Sikorsky, pioniere dell’aviazione)
Ancora una volta Giovanni parte e va a infilarsi in una missione che sembra impossibile.
È proprio quando tutti pensano che le possibilità di successo siano ridotte al minimo, che De Carolis trova il sentiero per vivere la grande avventura.
La prima volta, 9 gennaio 2016.
Un’altra epoca, ha 31 anni e guarda al futuro sul ring senza dubbi per la testa. Vince per kot 11 contro Vincent Feigenbutz in Germania, conquista il titolo mondiale WBA, fa festa guardando le facce dei maestri di sempre Italo Mattioli e Gigi Ascani incantati dalla magia del momento, facendo un giro di ring con sua moglie Veronica.
“Siamo partiti con un sogno che non era più grande di un granello di sabbia e siamo tornati a casa con un castello”.
L’ultima volta, 13 maggio 2022.
Storia recente, gli anni cominciano a diventare argomento di troppe domande, quasi che compiuti i 36 non si possa sperare di stupire chi crede di sapere tutto. Batte per kot 5 Daniele Scardina, domina la sfida, scatena entusiasmo.
Tutto vero, ma stavolta le cose sono ancora più complicate.
Lui lo sa benissimo, non a caso ha usato come slogan dell’ultimo post sul suo profilo Facebook la frase “È un incontro per un titolo d’Europa, mica una gita a Gardaland”.
L’altro, il campione, si chiama Kevin Lele Sadjo. Ha 33 anni e un record di 21-0 con 19 ko. È numero 6 per il Wbc, 8 per la Wbo, 7 per l’Ibf. I suoi tifosi lo chiamano Il Fenomeno, è una sorta di toro scatenato. Ritmo alto, attacchi continui. Usa molto i colpi girati, ganci soprattutto, per chiudere la sfida. È un demolitore che spreca un po’ nella foga di arrivare a bersaglio a tutti i costi. Si disunisce, sbraccia, lascia spiragli. Ma è davvero tosto.
Mi sembra che sul ring conosca un solo verbo, attaccare. Quando deve pensare a difendersi, fatica un po’ di più.
Fisico robusto, muscoloso. È alto 1,73 (undici centimetri in meno di Giovanni) e io mi chiedo come abbia fatto a battersi da mediomassimo. L’ha fatto sino all’estate del 2019, mettendo assieme un record di 12-0, 12 ko.
È nato in Camerun, vive in Francia da quando aveva dieci anni. Lì ha studiato, lì a Cretéil ha scoperto la boxe, lì ha aperto un ristorante: il Wok Eat, pasti asiatici cucinati nel wok (una sorta di tegame usato nella cucina cinese, di forma semisferica, generalmente in ferro o ghisa).
Quando gli fanno un’offerta importante, non si fa tante domande.
Ha accettato di affrontare Jack Cullan a Manchester con soli dieci giorni di preavviso, era il 18 dicembre del 2021. In palio l’europeo dei supermedi, titolo che Sadjo si è portato a casa vincendo per kot 6, sgretolando la resistenza di un avversario che era diciotto centimetri più alto di lui.
È determinato, ha un pugno pesante, è capace di muoversi su ritmi alti.
Questo è l’uomo che Giovanni De Carolis si troverà davanti sabato 9 marzo a Levallois, otto chilometri dal centro di Parigi.
Come dite? Missione impossibile?
Forse.
Giovanni comunque è pronto, una meticolosa ed efficace preparazione ha cancellato il ricordo della brutta prova offerta, il primo luglio dello scorso anno, al Lido di Ostia contro Douglas Ataide.
“Sono pronto a giocarmi ogni possibilità, magari a ribaltare l’ennesimo pronostico avverso. Andare contro le previsioni è la cosa che mi riesce meglio”.
Sarà dura. Lo so. Non credo che lui non ne sia cosciente.
Lo sa benissimo.
È un incontro per un titolo d’Europa, mica una gita a Gardaland.
SUPERMEDI (campionato europeo, 12×3) Kevin Lele Sadjo (Francia, 21-0, 19 ko, detentore) vs Giovanni De Carolis (Italia, 33-10-1, 16 ko). Arbitro: Fabian Guggenheim (Svizzera). Giudici: Vladislav Kadikis (Latvia), Daniel Van de Wiele (Belgio), Ilan Homovic (Austria). Supervisor: Jekaterina Krilova (Latvia).
QUOTE BOOKMAKER – Sadjo 1,11/1, De Carolis 6,50/1

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