Settembre, mese di insulti per il pugilato. Tastieristi scatenati…

Settembre sui social. Il mese è appena cominciato e gli insulti per la boxe già si sprecano.
In questi giorni ho letto che Mayweather jr non ha mai affrontato un vero pugile, che Rocky Marciano non è un pugile, Damiani non ha mai combattuto fuori dall’Italia da dilettante e non si è mai misurato contro un campione, Oliva era al massimo un discreto tecnico. E via cantando…
Joshua è un pippone, Usyk un massimo leggero senza speranze di imporsi nella categoria più pesante, Crawford una fighetta, Tyson Fury un buffone, Ruiz un ciccione. 
Un’offesa non si nega a nessuno.
Il pieno lo ha fatto Clemente Russo, qualcuno ha addirittura pensato di accusarlo di avere ucciso John Fitzgerald Kennedy. Ha rinunciato solo quando ha realizzato che l’azzurro di Marcianise è nato più di 19 anni dopo quell’assassinio.
Non importa se i dati supportino il fatto che tutti i pugili sopranominati abbiano conseguito risultati molto importanti. Per i tastieristi conta solo il loro giudizio, espresso con una premessa diventata ormai un classico: “A mio parere…”.
L’impossibilità di fruire di un materiale di studio esaustivo, raffredda (leggermente) le colpe. Perché, se non hai riferimenti, dovresti preoccuparti di cercarli prima di esprimerti in pubblico.
Studio?
I tastieristi storpiano i nomi (Meri, Marciani, Luis, Taison, tanto per citarne alcuni) e inventano fatti.
Damiani avrebbe rifiutato più di un milione di dollari per affrontare Tyson, sarebbe scappato per paura dagli States rinunciando a un match già combinato, si è fratturato il naso nel match contro Mercer. Ne aveste indovinata una…
È difficile rispondere. I tastieristi non accettano le prove come elemento a sostegno delle tesi.
Scrivono e leggono con il paraocchi.
Potrebbe essere la scarsa disponibilità di materiale ad avere indebolito la loro percezione della realtà. La boxe non è più universale. La televisione l’ha relegata in un ghetto infernale, quello della pay per view. In pochi godono dello spettacolo, ancora meno ne conoscono i protagonisti.
Faccio due nomi per tutti.
Terence Crawford e Naoya Inoue.
Sono i più solidi concorrenti nella sfida per la conquista del titolo di miglior pound for pound. Cioè, miglior pugile del mondo a prescindere della categoria in cui milita.
Ma Crawford e Inoue, i due più forti talenti del momento, sono noti solo a una cerchia ristretta di popolo. Quella che vede la boxe in PPV, senza aspettare la replica in chiaro o il video pirata su YouTube. Gran parte degli italiani, ad esempio, ignora chi siano. Non conosce il loro valore, non sa come combattano, non riconosce neppure i loro nomi.
Il passaggio dalla TV in chiaro alla pay TV e successivamente alla PPV è il responsabile di questo disastro in ambito promozionale.
Non si conoscono a fondo i nuovi protagonisti, e allora perché non insultare quelli di cui almeno il nome lo ricordiamo?
Tempo fa, mi sono permesso di scrivere: “Il professor Franco Basaglia è ricordato per avere introdotto la revisione dell’ordinamento degli ospedali psichiatrici in Italia, promuovendo radicali trasformazioni nel trattamento dei pazienti con problemi psichiatrici. Una ventina di anni dopo sono nati i social network”.
Sono stato subito bacchettato: “Scritto su un social media è quantomeno curioso”.
Mi è venuta in mente, chissà perché, una frase apparsa su Twitter un anno fa, ne avevo preso nota: “A certi messaggi non rispondo perché non ho competenze psichiatriche” (istintomaximo, Twitter. Devo precisare che è ironico?).
Detto questo, torno al tema originale e chiudo.
I tastieristi vivono in un mondo parallelo, rispetto a quello reale. Non è che non capiscano il pugilato o non condividano neppure una nostra idea. Per loro non è importante il testo, l’unica cosa che conti è esprimere il proprio parere. Spesso leggono solo i titoli, e partono all’attacco. A volte offendendo, a volte ironizzando. Su cose che magari non hanno nulla a che vedere con la discussione appena aperta. 
I tastieristi del pugilato sono all’avanguardia in questo campo. Gliene va dato atto. Sono pochi, ma ferocemente intenzionati a colpire.
Chiudo con un veloce riferimento a un’ulteriore tipologia della specie. I filosofi dell’allusione. Dicono e non dicono, accennano, lanciano messaggi criptici. Alludono, appunto.
Stavolta hai esagerato.
Chi, quando, dove, come e perché?
Non è importante, quello che conta è sparire subito dopo.


,

Una replica a “Settembre, mese di insulti per il pugilato. Tastieristi scatenati…”

  1. Avatar Corrado Zani - Velletri
    Corrado Zani – Velletri

    Tutto sommato non mi sembrano esternazioni così gravi, Roberto Fazi sosteneva che Hagler “non è un fuoriclasse” e non stimava Oliva e Marciano, trovo peggio gente che si ritiene appassionata di boxe e gestisce relativi forum con discussioni “L’incontro più violento” e “Il ko più spettacolare”. Io è da tempo che non la seguo (vedo solo ogni tanto antichi match e BKB su YT) e storicamente mi interessa in particolare il periodo da Grecia-Egitto-Mesopotamia a John Sullivan. Comunque Branchini sosteneva che Damiani contro Mercer si era buttato …

Lascia un commento