Dieci anni fa Federica stupiva il mondo

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In un caldo giorno di agosto del 2004 FEDERICA PELLEGRINI vinceva la prima medaglia importante: l’argento olimpico sui 200 sl. Sono passati dieci anni e lei è ancora alla guida del nuoto italiano dopo aver vinto Mondiali e Olimpiadi, dopo avere segnato record del mondo a raffica. Questo è il pezzo che ho scritto per il Corriere dello Sport quel 17 agosto del 2004, il giorno in cui è tutto è cominciato.

 

FEDERICA non ha paura della vita. Le va incontro, la guarda negli occhi e la sfida. È poco più che una bambina, ma sa già cosa vuole. Ieri mi ha fatto fare un salto all’indietro nel tempo, fino a quei giorni di Monaco ‘72 quando un’altra bambina che stava diventando donna andava a cogliere la prima medaglia di una nuotatrice azzurra ai Giochi.

Novella Calligaris allora, Federica Pellegrini oggi.

Entra nel futuro la ragazza bionda, veneta anche lei. Credevo avesse messo da parte qualsiasi emozione, poi ho scoperto che lunedì notte per addormentarsi ha dovuto aspettare le 3 del mattino. Vivendo più volte nella testa il film della finale. Di quei 200sl che hanno riportato una donna del nuoto italiano sul podio olimpico.

Per riuscirci ha dovuto snaturare il modo di affrontare la gara. Lei, una che ha la sua forza nelle due vasche finali, è partita veloce come raramente le era capitato: lunedì aveva chiuso i primi 100 in 58″34, ieri ha nuotato in 58″0). Prima ai 150: 1’28″20, contro l’1’28″23 del giorno prima, passando come una scheggia la Van Almsick, l’idolo della gioventù. Fino a qualche mese fa Franziska aveva un posto d’onore fra i poster della stanzetta di casa Pellegrini, ieri era solo una rivale lasciata quattro decimi dietro.

Federica ha compiuto 16 anni il 5 di questo mese e li ha festeggiati con una gigantesca torta alla frutta nel ritiro della nazionale a Verona.

Nuota con un’abilità tecnica da lasciare stupiti, ha forza fisica e determinazione. E’ una ragazza che non vede la vita dall’acqua della piscina. Ha il distacco dal mondo che hanno molte giovani della sua generazione, ma sa divertirsi. In piscina e fuori. Se vuole trovare serenità si isola, si chiude dentro una stanza e pensa. Si è lasciata alle spalle il mondo delle bambine. Ha messo via le Barbie e si è fidanzata. Gianfranco il nome del fortunato, un delfinista. Festeggeranno assieme la medaglia andando in vacanza a Riccione.

Ieri sera sono arrivati i genitori. Papaà Roberto faceva il paracadutista. Ma quando lei è nata ha smesso. Non se la sentiva più di rischiare. Oggi è barman all’Hotel Gritti di Venezia. Mamma Cinzia è segretaria di una piscina. C’è anche un fratello in famiglia: si chiama Alessandro ed ha festeggiato i 14 anni proprio lunedì, quando la sorellina stupiva il mondo andando a segnare il miglior tempo in semifinale.

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Una gara strana quella dei 200sl. Ad attaccare per prima era stata Dana Vollmer, l’americana che gareggia con un defibrillatore portatile a bordo vasca. Ha una rara malattia del cuore. I medici le hanno permesso di continuare a nuotare solo a condizione di avere pronto lo strumento che le salverebbe la vita in caso di pericolo. In testa ai 50 Dana, poi una gara in discesa per Federica. Una finale strana, vinta da Camelia Potec, la rumena che ai 100 era addirittura scivolata in sesta posizione. Nuotava in prima corsia, nascosta allo sguardo della Pellegrini che respirava sulla destra. L’azzurra non l’ha mai vista, si è accorta di lei solo dopo aver toccato la piastra d’arrivo.

Metabolizza il grande risultato con un mezzo sorriso Federica. Regala una dedica al suo allenatore, Max Di Mito: ex paracadutista anche lui, poi si dice felice per essere riuscita a avvicinare il mito. Fino a ieri i paragoni con la Calligaris la spaventavano, le sembravano esagerati. Ora spera addirittura di fare meglio.

E’ un fiore raro la Pellegrini. Una ragazza che va a cogliere l’argento olimpico, una sola volta il nuoto azzurro aveva osato tanto. E lo fa ignorando, o nascondendo, qualsiasi tensione. Da piccolina voleva fare l’archeologa, studiare le antiche civilità, gli egizi. Qui è stata lei a scrivere la storia.

Un’ultima vasca piena di speranze e di paure. Sembrava potesse tenere fino in fondo, poi ha cominciato ad abbassare il ritmo, a calare. I 50 finali li ha nuotati troppo lentamente (30″02) per vincere, ma non così piano da farsi superare dalla francese Solenne Figues, nuotatrice part time, fisioterapista a Tolosa.

Una medaglia a lungo sognata.

oggi

In acqua Federica (foto sopra, la Pellegrini oggi alla sfilada di Raffaela D’Angelo) si è calata assai presto, la mamma l’ha iscritta ad un corso di nuoto per neonati quando aveva appena otto mesi. Poco più di quindici anni dopo guarda dal secondo gradino del podio il resto del mondo. Raccontavano che avrebbe stupito tutti a Pechino 2008. Non ha avuto la pazienza di aspettare. Bracciata robusta, ritmi giusti. Ha la grinta del pistolero che sfida tutti senza muovere un solo muscolo della faccia. Un giocatore di poker perfetto. Non mostra alcuna emozione. Le tiene tutte per sè.

È accaduto qualcosa di meraviglioso ieri pomeriggio all’Acquatic Center di Atene. Per 32 anni abbiamo aspettato che arrivasse l’erede di Novella. E’ stata una bambina di 16 anni a prenderci per mano e portarci verso il futuro. Non siamo abituati ad avere una numero 1, ci eravamo dimenticati quanto fosse bello.

La nuova Calligaris veste di nero, si tinge le unghie dello stesso colore, ha due tatuaggi: un drago sulla caviglia destra e un disegno tribale appena sopra il fondo schiena, lo sguardo di ghiaccio. Ha preso il nuoto italiano e gli ha dato uno scossone.

Federica, il domani è tuo.

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