
New York, 1 giugno 2019
Andy Ruiz jr fa saltare il banco. Sul ring del Madison Square Garden, in una notte in cui ogni sogno diventa realtà, domina Anthony Joshua, ne mette a nudo la fragilità fisica e psicologica. Lo scaraventa al tappeto per quattro volte, lo domina sul piano tecnico e porta il Messico per la prima volta sul tetto del mondo.
Il fisico di Andy è un po’ più che pienotto, grassoccio. Al debutto nel professionismo pesava 135 chili, decisamente troppi per uno alto 1.88. Si è messo a dieta, poi è tornato a immergersi nel cibo spazzatura dei fast food, ne è riemerso in seguito a lunghe lotte con un vizio capitale: la gola.
Nel Mondiale contro Joshua ferma la bilancia a 121.550 kg. Ancora troppi, ma un po’ meglio di un tempo. Vince e sconvolge il mondo della boxe.
Di lui il telecronista dice…
“Quello che è riuscito a fare Ruiz, rende Cenerentola una storia con un triste finale”.
Il nuovo re dei massimi, avvolto nella bandiera messicana, si presenta in conferenza stampa indossando una maglietta dei New York Knicks. Guarda la signora Felicitas con grande affetto.
«Mamma, la nostra vita è appena cambiata per sempre. Non dovremo più lottare».
Sei mesi dopo la vita gli presenta il conto.
Ha trascorso la metà del tempo tra grandi mangiate, mille feste e pochi allenamenti. Sale sul ring sette chili più pesante della prima sfida.
È lento, goffo, sempre sotto scacco del jab di Joshua.
Esce di scena.
Gli propongono match interessanti, buone borse, contratti importanti.
Ha intascato diciassette milioni di dollari nei due mondiali. Si è comprato una Rolls Royce, una mega villa, gioielli. Si è tolto qualsiasi sfizio.
Come avrebbe detto George Best: “Il resto l’ha dilapidato”.
Torna a combattere il primo maggio 2021, batte ai punti Chris Arreola.
Altri quattordici mesi fermo, poi un nuovo incontro. Supera, ancora ai punti, Luis Ortiz. Da quel momento in poi sembra essere la soluzione per qualsiasi protagonista nel ricco giro dei pesi massimi.
Wilder, Fury, Joshua. Ognuno di loro ha il nome di Ruiz come possibile rivale. Ma lui continua a restare in panchina.
Il 6 aprile scorso (afferma TMZ Sports, che all’articolo allega le foto della querelante che mostra i lividi sul suo corpo) Julia Lemus, la 26enne madre dei loro due bambini, lo denuncia. L’accusa è terribile: abusi sessuali, psicologici, fisici.
Lui risponde che è totalmente innocente, e se c’è qualcuno che ha fatto del male, questa è la sua ex compagna. Julia lo avrebbe addirittura (sempre secondo TMZ Sports) colpito con un coltello a febbraio del 2020. In un’altra occasione sarebbe entrata nella sua stanza d’albergo, puntandogli contro una pistola e urlando: “Brutti fottuti, uscite tutti via da qui!“. Poi avrebbe colpito uno dei suoi amici con il calcio della pistola e distrutto tutti i mobili della stanza.
L’ultima denuncia, l’ex campione l’avrebbe presentata lo scorso mese, furto di gioielli per un valore di 250.000 dollari.
Anche Julia allunga l’elenco dei peccati.
“Andy ha praticato abusi fisici e mentali anche sui nostri figli“.
L’avrebbe addirittura minacciata puntandole un AK-47, un fucile d’assalto, sulla faccia.
Lui nega categoricamente ogni addebito.
Un giudice di San Diego raccoglie la denuncia e decide di emettere un ordine restrittivo. Andy Ruiz dovrà stare ad almeno cento metri di distanza dall’ex compagna. Nella stessa nota, il magistrato comunica di avere deciso di dare alla signora Lemus il momentaneo affidamento dei due figli.
I giornali inglesi nei giorni scorsi hanno annunciato la grande sfida.
Andy Ruiz, il 22 luglio, affronterà Tyson Fury a Wembley. Titolo del WBC in palio.
Il legale di Julia Lemus ha ribattuto che il pugile potrà lasciare gli Stati Uniti solo dopo che il Tribunale si sarà pronunciato.
“È a rischio di fuga“, precisa.
Secondo TMZ l’udienza davanti alla Corte dovrebbe tenersi il prossimo lunedì, 1° maggio.
«Mamma, la nostra vita è appena cambiata per sempre. Non dovremo più lottare».
Sarà un giudice a decidere chi, tra Andy e Julia, dice la verità e chi mente. Di certo, le frasi premonitrici non sono nel repertorio dell’ex campione.